Non c’è tre senza quattro. Silvio Berlusconi, nonostante i settantaquattro anni, non ha nessuna intenzione di cedere la leadership del Pdl. A dirlo è lo stesso presidente del Consiglio in un’intervista all’autorevole Frankfurter Allgemeine Zeitung, in cui sferra il consueto attacco ai magistrati politicizzati, si dice estraneo al Lodo Alfano, smentisce le accuse di evasione fiscale, difende la Russia di Putin e Medvedev, attacca la burocratica Unione europea.
Il giornalista tedesco chiede al premier se in caso di elezioni anticipate sia pronto a ricandidarsi alla guida del governo. ”Mi candiderò comunque”, replica secco il Cavaliere, aggiungendo rispetto alle anticipazioni diffuse ieri sul sito de la Faz un ”comunque” che sa tanto di doccia gelata per quanti, fuori e dentro il Pdl, pensavano ad un passo indietro del premier nel 2013.
Il premier parla anche dei rapporti con Gianfranco Fini, mettendo in forse la prosecuzione dell’alleanza con Fli: ”In caso di elezioni, vedremo se il programma del partito di Fini sarà tale da consentire di renderlo parte integrante della coalizione”. Ma questo vale per il futuro se è vero che al momento, nonostante i continui distinguo del presidente della Camera soprattutto in materia di giustizia, l’intenzione sarebbe di evitare rotture con il leader ‘futurista’.
Nel prosieguo dell’intervista e’ sempre la giustizia a tenere banco. Il Cavaliere, per prima cosa, nega che che lo ‘scudo’ giudiziario per le alte cariche sia una sua idea: ”Non ho mai reclamato alcuna forma di tutela. Il mio partito ha presentato un disegno di legge”, si schermisce. In ogni caso, aggiunge, una simile tutela esiste ”in molti Paesi”.
Segue l’immancabile affondo contro le toghe politicizzate: ”Vengo attaccato da giudici di sinistra che abusano illegittimamente del loro potere per motivi di lotta politica” e da una ”corrente” interna alla magistratura che ”agisce in modo eversivo”.
Il Cavaliere respinge anche l’accusa di chiedere leggi ‘ad personam’: ”Non sono io che le ho chieste, sono i miei alleati che se ne fanno promotori a mio favore”. Ma lo fanno, precisa, ”ricorrendo agli strumenti legali della democrazia”. L’intervista gli offre l’occasione per difendersi dalle accuse dalle quali e’ chiamato a rispondere. Nel farlo sottolinea che ”la verita’ e’ completamente diversa da quella proclamata dalla stampa di sinistra” visto che ”nessuno dei capi d’accusa rivolti da 17 anni contro di me da certa magistratura corrisponde alla verità”.
Nel resto del colloquio, Berlusconi affronta i temi di politica estera. Elogia Vladimir Putin e Dmitri Medvedev, sostenendo che e’ una ”fortuna” averli alla guida della Russia. Definisce ”eccellenti” i rapporti con il cancelliere tedesco Angela Merkel, rivendica l’affidabilità creditizia italiana e critica l’immagine dell’Unione europea percepita dai cittadini come un ”azzeccagarbugli intento apparentemente solo a stilare cataloghi di criteri e vincoli”.