ROMA – Una processione di bocche cucite e un’indecisione infinita. E’ la sintesi del vertice di Palazzo Grazioli, quello che nel pomeriggio ha visto riunito Silvio Berlusconi e lo stato maggiore del Pdl. Vertice che, almeno a giudicare dai tanti silenzi e dalle pochissime dichiarazioni, sembra non aver risolto i problemi e i nodi politici del partito.
Ci si aspettava una decisione di Berlusconi su primarie e ritorno in campo e non è arrivata. Ci si aspettava una presa di posizione unitaria e ufficiale, magari una dichiarazione di Berlusconi. Invece l’unica comunicazione “ufficiale” è una nota striminzita affidata all’Ansa:
”Il vertice di oggi ha avviato una discussione proficua, in un clima costruttivo, su come rilanciare unitariamente il Pdl”. Lo si legge in una nota che sottolinea come ”le diversità, opportunamente convogliate, costituiscono un arricchimento”. Domani, viene aggiunto, alle 13.30 si continuera’ a lavorare per definire i dettagli. E ancora: Il vertice di oggi, sottolinea la nota diffusa da via dell’Umiltà, si è svolto ”in un clima costruttivo” ragionando ”su come rilanciare unitariamente il Popolo della Libertà in prossimità delle impegnative scadenze elettorali. Il progetto di rilancio – che coinvolge il partito nella sua interezza – mira a rafforzare un centrodestra moderno e competitivo, alternativo alla sinistra, per tornare alla guida del Paese. Unità e rilancio, quindi, nella convinzione che le diversità, opportunamente convogliate, costituiscono un arricchimento. Questo – viene spiegato – è l’obiettivo ambizioso che il Pdl si pone per rappresentare una forza politica in grado di confrontarsi al suo interno ed essere lineare e incisiva in tutte le sue azioni all’esterno”. ”E’ stata scelta – conclude la nota – una linea costruttiva per la riforma della legge elettorale che va fatta adottando meccanismi equilibrati. Domani, alle 13.30, in via del Plebiscito, si continuerà a lavorare per definire ogni dettaglio”.
Insomma ore e ore di riunione solo per iniziare un percorso. Tutto tra “diversità, opportunamente convogliate”. Qualcosa che nella storia del Pdl fino alla caduta di Berlusconi non si erano mai sentite. La linea, insomma, non c’è. Restano, invece, tutti i dubbi. Dubbi che in parte dovrà spiegare Angelino Alfano il solo ufficialmente delegato dal partito a dare una versione di quanto accaduto a Palazzo Grazioli.
I fatti, intanto, sono quelli di un vertice durato diverse ore e concluso con una processione di bocche cucite. A dire qualcosa o meglio a far capire l’aria che tira è Ignazio La Russa che a proposito di Berlusconi racconta: “Ha parlato di tante cose, anche del Milan, ma non dico nulla. Siamo legati al silenzio. Parlerà Alfano”.
La frase chiave è “siamo legati al silenzio”. La stessa frase che ripete uscendo da Palazzo Grazioli Fabrizio Cicchitto. E nessuno degli altri presenti, Alfano, Niccolò Ghedini, Maurizio Gasparri,Gaetano Quagliariello, Renata Polverini apre bocca. Soprattutto chi continua a non aprire bocca è Silvio Berlusconi. Si ricandida? Non ha deciso. Fa una sua lista? Non ha deciso. Si torna a Forza Italia? Non ha deciso. Si prova a rilanciare l’agonizzante Pdl? Non ha deciso. L’unica cosa su cui sembra esserci una decisione sono le primarie. Quale decisione? Nessuno ne parla più.