MILANO – Silvio Berlusconi, parlando coi cronisti nella pausa dell’udienza Mediaset prima di andarsene, ha fatto l’esempio della ”cresta sulle carote” per spiegare le accuse, ”inverosimili da gridare vendetta”, a suo carico nel processo per le presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv di Mediaset.
”Allora un signore che conosco ha scoperto che un suo parente faceva la cresta sulle carote – ha raccontato il premier – e lo ha licenziato il giorno stesso”. Con questo esempio il presidente del Consiglio ha voluto chiarire che se il capo dell’ufficio acquisti dei diritti tv Mediaset avesse davvero ”fatto la cresta” sull’acquisto dei diritti, come sostiene l’accusa, sarebbe stato licenziato.
”Questi – ha spiegato il premier – fanno la cresta di 21 milioni su 30 milioni di acquisti di diritti, in confronto ai 1000 milioni di diritti che acquistano in un anno e l’imprenditore tiene li’ al suo posto questo signore a capo di questa struttura?! E’ una cosa cosi’ inverosimile da gridare vendetta”. Il premier ha definito ”l’assurdo degli assurdi” la tesi dell’accusa secondo cui sarebbe stato il socio occulto del produttore americano Frank Agrama.
Secondo l’accusa, ha proseguito Berlusconi, ”io sarei stato socio di Agrama al 50% e avrei dovuto versare il 50% di questi soldi (i 21 milioni, ndr) a Mediaset, quando sarebbe bastata per me una telefonata agli uffici”. Il secondo paradosso, secondo il presidente del Consiglio, e’ che ”se un imprenditore viene a sapere che il suo capo degli uffici acquisti” fa ”la cresta sull’acquisti dei diritti” non potrebbe essere ”cosi’ pazzo da tenere a capo della struttura uno che compie un’operazione di questo genere”. Il premier infine riferendosi alle accuse contestate ha ripetuto per due volte ”mamma mia, mamma mia”.