Tre mesi per guarire completamente. Questa la prognosi “definitiva” e rivelata dal diretto interessato, Silvio Berlusconi, dopo l’aggressione in piazza Duomo lo scorso dicembre.
Secondo i medici che lo hanno in cura il trauma subito dal capo del governo, le conseguenze sui nervi facciali, i problemi di iperalgia e di parestesia, le lesioni interne che alterano ancora la mimica del sorriso richiedono, per guarire del tutto, un periodo lungo. Novanta giorni che, sebbene il presidente del Consiglio abbia di fatto ripreso in toto la sua attività, possono avere una serie di conseguenze a cascata sul premier stesso e su altri protagonisti della vicenda.
A cominciare dal suo aggressore, Massimo Tartaglia e della sua posizione processuale. Sul suo conto, infatti, c’è chi già parla di tentato omicidio e la gravità complessiva delle lesioni che ha inflitto a Berlusconi non aiuta certo la sua posizione.
Berlusconi, poi, ripreso il lavoro a pieno regime, per almeno un paio di mesi dovrà tenere conto di una prognosi ancora aperta. Si tratta di una situazione che può comunque condizionare le sue scelte, ad esempio per quello che riguarda le convocazioni nei processi in cui è coinvolto, previste per il mese di gennaio.
Il presidente del Consiglio martedì 5 gennaio ha incontrato una nutrita schiera di politici nella sua villa di Arcore. Tra i tanti anche il leader della Destra, Francesco Storace con cui Berlusconi sta lavorando all’intesa per le Regionali di Marzo.