Raimondo Mesiano, chi è costui? Prima di firmare la sentenza che ha condannato la Fininvest a risarcire 750 milioni di Euro alla Cir di Carlo De Benedetti per la vicenda Lodo Mondadori, il magistrato era praticamente uno sconosciuto. Ora, suo malgrado, il giudice rischia di trasformarsi in un personaggio pubblico. Non essendo un famigerato comunista, o direttore dell’Avvenire o emissario del gruppo Espresso, la domanda sorge spontanea: quali saranno gli scheletri nell’armadio del malcapitato di turno da esibire sulla pubblica piazza?
Perché il presidente del Consiglio, parlando in un comizio in quel di Benevento, ha assicurato: su Mesiano «se ne sentiranno venir fuori delle belle». Una minaccia esplicita per il giudice la cui “colpa” , per ora, sembra essere solo quella di aver fatto il suo lavoro, di aver giudicato.
Ma Berlusconi è sembrato sicuro del fatto suo. La certezza, quindi, è che l’attacco ci sarà. La domanda, invece, è da dove partirà e chi sarà l’ariete.
Possibile che nel Giornale di famiglia si stiano affilando già gli artigli. Basta una qualsiasi pezza d’appoggio, non importa quanto labile e fondata, per permettere a Vittorio Feltri e i suoi di partire per una nuova crociata: non ci vuole molto a immaginare un nuovo caso Boffo, il direttore di Avvenire costretto alle dimissioni dopo la pubblicazione di una velina anonima sul suo conto.
La vicenda biografica di Mesiano, in ogni caso, sembra offrire pochi spiragli per un attacco mediatico. Milanese, 57 anni, il giudice prima di approdare in Corte d’Appello era impegnato nella decima sezione civile, specializzata nel risarcimento danni. Tra le sue sentenze, un risarcimento, circa 7000 euro, concesso ai genitori di un bambino che si ruppe un dente durante una gita scolastica a Milano. A pagare quella volta fu il ministero dell’Istruzione. Un’altra sentenza, poi, causò la chiusura di una birreria per schiamazzi notturni.
Storie normali, insomma, per un uomo che sembra assolutamente normale. Non a caso Mesiano ha rifiutato qualsiasi intervista e di lui si sa solo che è riservato, alto e veste, di norma, in modo informale evitando quando è possibile giacca e cravatta.
Trovare un appiglio per screditare Mesiano sembra difficile eppure Berlusconi si è scoperto e quindi qualcosa accadrà. Ne è convinto Antonio Di Pietro, secondo cui «Costruire dossier per diffamare e calunniare è un vecchio clichè, di cui Berlusconi si è servito spesso nel corso di questi anni. A suo tempo lo fece anche con me, ricorrendo ad intercettazioni illegali».
Secondo il leader dell’Italia dei Valori, infatti, «questo modo di fare ricorda e ricalca quello del suo maestro Bettino Craxi, che di professione svolgeva una vera e propria attività di dossieraggio».