“Va bene, faccio come dite, ma sappiate che a questa cosa non ci credo: Fini un accordo non lo vuole…”. Ieri notte, quando diversi ministri e dirigenti del partito gli hanno sottoposto il passaggio dell’intervento in cui si propone un ”patto di legislatura” a Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi ha espresso tutto il suo scetticismo circa la possibilità di arrivare ad un’intesa con il leader di Fli che consenta alla legislatura di proseguire fino al 2013.
Che lui sia disposto a siglare un accordo è scritto nero su bianco nell’intervento pronunciato oggi: ”Se c’è la volontà di andare avanti con il nostro governo siamo pronti a realizzare un patto di legislatura e a proporre un rinnovamento del sistema di alleanze dentro il centrodestra”, ha detto Berlusconi dal palco della Direzione Nazionale del Pdl.
E sembra che il Cavaliere, pur di raggiungere questo obiettivo, sia pronto a fare un passo ulteriore: incontrare il presidente della Camera. Fatto non scontato, visto che per mesi lui stesso ha respinto ogni invito in questo senso rivoltogli dalle colombe del Pdl.
”Berlusconi non sa serbare rancore”, sostiene un dirigente che lo conosce da anni che, per rafforzare la sua tesi, ricorda il colloquio che lo stesso Berlusconi ha avuto stamani con Fini all’altare della Patria.
Ma anche Denis Verdini, uno che di sconti a Fli ne ha fatti pochi, ammette che per stringere un’intesa di questo spessore serve un incontro fra i due leader. ”Se si deve fare un patto è ovvio che ci si deve sedere a un tavolo, mica lo si può fare tramite dichiarazioni alla stampa”, rimarca il coordinatore del Pdl al termine della Direzione Nazionale.
E questi sono accordi, aggiunge il dirigente toscano, che possono essere fatti da ambasciatori solo nella prima fase. Ma per siglare un patto bisogna essere in due: ”Se lo conosco bene, Berlusconi sarebbe anche pronto a mettere una pietra sopra sul passato; il problema è che lui non crede che Fini sia disposto a fare altrettanto”, conferma un parlamentare che ha contribuito alla scrittura del discorso del Cavaliere.
Un’argomentazione condivisa da parecchi a via dell’Umiltà. Gli stessi che, di conseguenza, vedono il voto sempre più vicino. ”Fini non ci starà e andremo a votare”, confida uno di loro. Eppure, qualche ottimista c’è ancora: ”Anche quelli di Fli, Fini in testa, non hanno molte alternative e dovranno accettare un patto che alla fine accontenta tutti”, pronostica un ministro.