
MILANO – Silvio Berlusconi, residenza ad Arcore e non più a Palazzo Grazioli? L’ipotesi è messa nero su bianco da Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera. E sarebbe un colpo a sorpresa, nell’eventualità che Berlusconi preferisca fare i domiciliari piuttosto che i servizi sociali in seguito alla condanna nel processo Mediaset.
Ferrarella lo scrive in un inciso, quasi in secondo piano:
Nel frattempo la richiesta di affidamento in prova (sinora senza indicare alcuna preferenza per questo o quell’ente sociale, ma solo con la scelta a sorpresa di Arcore come base per la misura alternativa al carcere) non costringerà l’ex premier a sottoporsi allo smacco di imbarazzanti «mi pento e mi dolgo» al cospetto degli assistenti sociali dell’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) per ottenere tra molti mesi il via libera: nella prassi del Tribunale di Sorveglianza di Milano, infatti, la cosiddetta «inchiesta sociale» viene disposta solo per i condannati a più di 1 anno, dunque non per Berlusconi, sul quale verranno al massimo richieste ai carabinieri routinarie informazioni anagrafiche.
In seguito a questa ipotesi, rileva l’Ansa, gli avvocati Ghedini, Coppi e Piero Longo avevano diffuso una nota per smentire qualsiasi contrasto ”sulle strategie da adottare che sono sempre state tutte condivise e concordate in ottima armonia e piena collaborazione”.