Berlusconi prova a risorgere a Natale: “Per il futuro ci sono io”

Silvio Berlusconi

ROMA – “Sono sempre impegnato per la nostra forza di libertà, resto sempre in pista anche per il futuro”. Silvio Berlusconi si presenta al telefono il giorno dopo Natale, giorno in cui la politica tace e quindi l’eco delle sue parole è massima,  e lo fa in tono tutt’altro che dimesso. Alla comunità di Don Gelmini racconta di sondaggi che danno il Pdl in forte rimonta e di un Paese a “rischio recessione” per colpa dell’aumento delle tasse.

Non è un attacco diretto al premier Mario Monti ma poco ci manca. Le tasse, almeno con l’ultima manovra, di fatto le ha aumentate lui. Lo stesso Monti che, se i sondaggi molto privati di Berlusconi dovessero coincidere con quelli pubblici, potrebbe essere presto sacrificato ad una nuova vittoria elettorale. Con quale premier, a leggere le parole di Berlusconi, resta da vedere.

‘Noi fino all’estate scorsa abbiamo sempre tenuto i conti in ordine tagliando le spese invece di alzare le imposte. Ora invece – dice Berlusconi – con queste nuove tasse il rischio e’ di comprimere i consumi e indurre in recessione l’economia. Ma la soluzione non dipende da noi ne’ dal governo nazionale, ma dall’Europa”.

Quindi il passaggio sui sondaggi: ”Voglio ricordare a noi stessi – ha detto Berlusconi rivolgendosi ad una platea in cui sedevano oltre a Don Pierino Gelmini anche Carlo Giovanardi e Maurizio Gasparri – che siamo sempre il partito di maggioranza in parlamento e che i sondaggi ci danno in forte anzi fortissima ricrescita perche’ gli italiani sono preoccupati”.

Berlusconi, nel suo intervento telefonico parla anche di riforme. ”Davvero abbiamo bisogno di un grande cambiamento, una grande riforma dell’architettura istituzionale per potere rendere governabile il nostro Paese. Se riusciremo a farlo in questo tempo che ci divide dalla fine della legislatura – ha aggiunto – potremo veramente dire che abbiamo fatto qualcosa di grande e di importante”.

Quindi l’ex presidente del Consiglio invoca una “banca centrale europea che possa garantire l’euro”.

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Emiliano Condò