ROMA – “Se il mio nome è stato usato a mia insaputa, questo si traduce in un oggettivo disagio che non mi consente più di mantenere quel distacco necessario per fare l’avvocato”. Cosi’, in una intervista al Corriere della Sera, l’avvocato Massimo Dinoia spiega la scelta di rinunciare ad assistere Ruby.
”Ho aspettato – spiega il legale – il voto della Camera di giovedì sera sulla richiesta dei pm di perquisire Spinelli, perché la mia decisione non potesse essere strumentalizzata, ne’ in un senso ne’ nell’altro”. A chiederli di assistere la ragazza, racconta, era stato il difensore di Lele Mora, per evitare ”che si presentassero profili di incompatibilità”. E fu Luca Giuliante ad accompagnarlo a Genova, il 29 ottobre, dove vide Ruby per la prima volta e ricevette il mandato ”scritto a mano”.
Di parcelle non si è mai parlato, aggiunge, ”l’avrei difesa gratis. Non sarebbe la prima volta”. L’avvocato ha chiesto a Ruby il significato degli appunti con le cifre, compresi ”4 milioni e mezzo da Silvio Berlusconi che ricevo fra due mesi”, nei quali compare anche il suo nome, ma ”per deontologia non posso dire quale risposta mi ha dato. Posso però dire che Ruby si è scusata con me”.
