Berlusconi prima accusa e poi ritratta, smentendo di aver mai parlato di Claudio Scajola e Denis Verdini come “casi isolati” di una nuova Tangentopoli. Anzi, sottolinea di avere fiducia nel coordinatore del partito Verdini. Difesa subito confermata anche da Bruno Vespa che aveva raccolto la dichiarazione del presidente del Consiglio: “Nella nostra conversazione non ha mai fatto nomi”.
“Mi dispiace che un banalissimo equivoco – spiega Silvio Berlusconi – rischi di far nascere un caso che non esiste. Non ho mai pronunciato i nomi di Scajola e di Verdini, né altri nomi. Rispondendo ad una domanda sull’ipotesi di una nuova Tangentopoli sollevata dai giornali ho risposto, come avevo già fatto tante altre volte: ‘assolutamente no, si tratta di casi isolati…'”. E torna anche a confermare tutta la sua “fiducia in Verdini quale coordinatore nazionale del Pdl”.
Berlusconi ha anche aggiunto che “i titoli non li faccio io e non ne posso rispondere” riferendosi ai lanci stampa sulle anticipazioni del nuovo libro di Vespa.
Inizialmente la frase con i nomi di Verdini e Scajola era stata attribuita a Silvio Berlusconi in una delle tante anticipazioni del prossimo libro di Bruno Vespa: “Si tratta di casi personali e isolati che nulla hanno a che vedere con l’attività del governo e del partito”, il Pdl “non ha mai ricevuto finanziamenti illeciti”, spiegava Berlusconi a Vespa che lo ha intervistato per il libro “Nel segno del Cavaliere”.
“Si tratta di casi personali e isolati e dagli ultimi sondaggi risulta che per l’opinione pubblica è chiaro che questi casi non hanno nulla a che vedere né con l’attività di governo né con quella del partito”. Eppure gli ultimi dati pubblicati dai giornali parlano di una popolarità mai così bassa per il governo e per Berlusconi. Una nuova Tangentopoli? Neanche a parlarne: “Non mi è piaciuta per nulla l’ennesima esibizione di isteria giustizialista, con la pubblicazione di centinaia di nomi di clienti di un’azienda presentati come se fossero tutti dei colpevoli. Non è gettando fango su degli innocenti che si fa giustizia. Se ci saranno uno, due, tre casi di comportamenti illegittimi saranno i magistrati ad accertarlo. E in questo caso ci sarà severità di giudizio e di decisione nei confronti di chi fa politica e ha responsabilità pubbliche”.
“La nostra linea, da quando siamo scesi in campo, è sempre la stessa: nessuna indulgenza e impunità per chi ha sbagliato. In politica penso di avere portato una nuova visione morale, che non è solo quella di non rubare per sé o per il partito, ci mancherebbe, ma è soprattutto quella di mantenere la parola data agli elettori realizzando gli impegni assunti con il programma elettorale. Su questo, nessuno può darmi lezioni. E sfido chiunque ad affermare il contrario”.
