Non pronuncia il nome di Sarkozy quando sottolinea di non aver avuto flessioni elettorali alle regionali come altri Presidenti del Consiglio e, allo stesso modo, non pronuncia la parola “coabitazione”, anche se è di quello che parla quando Silvio Berlusconi mette in risalto uno degli aspetti positivi del progetto di riforma semipresidenzialista al quale sta lavorando la maggioranza.
Infatti, il Presidente del Consiglio parla di “problema francese” quando osserva che la bozza alla quale si sta lavorando «non credo che lo presenti, perché il voto sarebbe contestuale per Parlamento e Presidente della Repubblica». In sostanza, significa che votando allo stesso tempo per Parlamento e Colle, almeno da noi, si eviterebbe il caso di una maggioranza diversa dal colore politico del Presidente eletto direttamente, ciò che in Francia dà appunto vita al regime di “coabitazione” tra un Presidente della Repubblica di un partito e il primo ministro di un altro.
Una precisazione utile anche a inquadrare meglio quella bozza presentata oggi 7 aprile da Calderoli al Quirinale, sulla quale contemporaneamente Berlusconi osserva che «appare a noi come il sistema più opportuno, con il semipresidenzialismo» pur aggiungendo che «su questo non c’è alcun radicamento da parte nostra», il che consente di ribadire che la maggioranza e’ “aperta alla discussione”. (AGI) Bal/Msc