
ROMA – Silvio Berlusconi deve scegliere: o la poltrona da senatore o le sue aziende. Questa in sintesi la proposta contenuta in un disegno di legge firmato da Massimo Mucchetti, giornalista economico per anni vicedirettore del Corriere della Sera e da Luigi Zanda, capogruppo del Pd al Senato.
Il ddl intende cambiare la legge del 1957 sulla ineleggibilità e prevedere che il conflitto d’interessi degli eletti, che siano anche azionisti di controllo, non dia luogo all’immediata decadenza dal mandato parlamentare, ma determini una situazione di incompatibilità. Di questa proposta si era parlato molto sui giornali nello scorso giugno, ma il testo non è stato ancora assegnato per la discussione in Parlamento.
Il disegno di legge difficilmente si potrà applicare al caso dell’ex premier Berlusconi, a meno che il provvedimento non venga approvato di gran carriera prima che la giunta per le elezioni del Senato abbia preso una qualche determinazione.
Se così fosse, e passassero le nuove norme, Berlusconi dovrebbe decidere se accettare la “conditio sine qua non” di vendere le aziende per restare in Parlamento.
Composto di quattro articoli il ddl, viene spiegato, offre ancora la scelta tra il restare parlamentare, rimuovendo in radice la causa di incompatibilità, e il rinunciare al mandato, salvaguardando la propria posizione di azionista.
Per rimuovere la causa di incompatibilità, l’azionista di controllo di una società eletto parlamentare deve conferire entro trenta giorni ad un soggetto non controllato né collegato il mandato irrevocabile a vendere entro 365 giorni le partecipazioni azionarie di cui sopra a soggetti terzi, ossia a soggetti senza rapporti azionari né professionali con il venditore e comunque a soggetti diversi dal coniuge, dal convivente more uxorio e dai parenti fino al quarto grado e affini fino al secondo grado, nonché a soggetti diversi dagli amministratori delle società.
I due termini di 30 e 365 giorni devono intendersi come perentori. Per “rimozione in radice” si intende la vendita della partecipazione di controllo.
“Pensavo che c’è un problema di conflitti di interesse che la legge del ’57 non intercetta perché riguarda un’Italia di mezzo secolo fa, e che questi conflitti che vanno intercettati e risolti nell’Italia del 2013”, ha dichiarato Mucchetti. Si tratta di un ddl pensato per il caso Berlusconi? “Ci sta anche la posizione di Silvio Berlusconi – risponde Mucchetti – nella relazione al ddl lui è nominato una volta sola, altri di più”.
