Berlusconi si sfoga: “Ce l’hanno tutti con me”

Quando i ragazzini vengono ripresi dalla maestra preferiscono passare per vittime. «Ce l’hanno tutti con me» è la frase che subito gli sale in gola, come un groppo. E così Silvio Berlusconi ha commentato le critiche che gli sono piovute addosso dopo l’intervento di Bonn. Le sue frasi contro la Consulta e il «partito dei giudici» durante il congresso del Ppe, infatti, non sono piaciute per niente al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e al presidente della Camera, Gianfranco Fini. Tanto che il Quirinale ha parlato di «violento attacco», mentre l’ex leader di An ha chiesto un «chiarimento» che però non è arrivato, «non c’è nulla da dire», ha infatti replicato Berlusconi.

Ma durante la festa organizzata in suo onore dai giovani italiani del Ppe, il premier è tornato sulle polemiche delle ultime ore: «Me ne hanno dette di tutti i colori, dal Presidente della Camera, al Presidente della Repubblica, al capogruppo del Pd alla Camera».

Fra una foto e l’altra, il presidente del Consiglio è poi tornato a lamentarsi di “Annozero” spiegando che i contenuti della trasmissione di giovedì gli sono stati riferiti dal suo portavoce Paolo Bonaiuti. Il Cavaliere ha parlato di processo mediatico, sottolineano alcuni presenti, e di accuse «teatrali« nei suoi confronti.

Infine, il premier ha parlato delle elezioni regionali in Campania, annunciando che sarà scelto «un candidato esterno alla politica».

Berlusconi, che oggi è a Bruxelles ha cominciato la sua giornata con una battuta ai giornalisti: «Dormito bene? Io stanotte ho dormito benissimo».

Poco dopo, però, sono arrivate le nuove dichiarazioni di Fini. In politica «ci si scontra ma si rispetta l’arbitro e si rispettano le regole del campionato» spiega il presidente della Camera parlando all’università della Calabria. «Nella politica servono valori condivisi e la parola avversaria è tipica del gergo sportivo. Come in Milan-Inter o Roma-Lazio ci si scontra ma si rispettano l’arbitro e le regole del campionato».

Fini individua il «difetto» della politica italiana «in un eccesso di propaganda che convive con un deficit permanente di dibattito culturale». E, rivolgendosi agli studenti calabresi, sottolinea la «sostanziale miopia della politica italiana, che non è capace di vedere al di là del naso. La nostra politica – sostiene Fini – è quotidianamente concentrata sul presente, attratta dal rischio di ripiombare in passati recenti o antichi con polemiche continue. Spesso è aspro confronto su cosa fare oggi, ma quasi mai riesce ad immaginare che cosa sarà domani. E questa è una prospettiva che proprio non possiamo permetterci, specialmente oggi che tutto è globale e va estremamente veloce».

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Alessandro Avico