ROMA – ''Tremonti si dovrà industriare''. Silvio Berlusconi, nel giorno successivo al vertice di Arcore, ha ribadito a chi ci ha parlato che qualcosa in tasca agli italiani dovra' arrivare, seppure nel rispetto del pareggio di bilancio atteso per il 2014: un segnale economico, misure per chi ha la partita Iva, l'avvio se non il completamento della tanto sbandierata riforma fiscale. ''Riusciremo a convincerlo ad aprire i cordoni della borsa'', ha ribadito il premier senza piu' mascherare nervosismo e insofferenza verso i rumors su interessi reconditi del suo ministro dell'Economia, da tanti indicato come deus ex machina di un possibile governo tecnico.
''Non e' Tremonti che decide, lui propone'', aveva detto solo una settimana fa Berlusconi, insistendo sulla necessita' di avviare l'abbattimento delle altissime imposte italiane, per lui e Bossi causa primaria del rovescio elettorale che ha investito tanto Pdl quanto Lega. Un 'mal comune' che contribuisce, almeno al momento, a rendere saldo l'asse con Umberto Bossi, che gia' lunedi' tornera' ad Arcore per un nuovo vertice (nella stessa formazione di quello di ieri). ''Alla fine Tremonti dovra' trovare il modo di ridurre un po' le tasse per le famiglie e per le imprese: sono Berlusconi e Tremonti a dover trovare la quadra, a dover coniugare riduzione delle tasse e rigore dei conti'', tira infatti le somme oggi il leader del Carroccio, preoccupato non poco del confronto a Pontida con la base leghista scontenta.
Berlusconi intanto tiene al minimo i motori della nave, evita motivi di attrito con chicchessia, e si appresta ad una navigazione lenta fino a referendum e verifica. Proprio per questo c'e' chi garantisce che dell'annunciata seconda fase del rimpasto (con una robusta infornata di sottosegretari che potrebbe nuovamente riaprire tensioni con il Colle) non si parlera' fino a settembre-ottobre. E al momento non si prevedono tempi rapidi neppure per la sostituzione di Angelino Alfano al ministero di via Arenula, sebbene sia stato previsto per fine giugno il Consiglio Nazionale che incoronera' segretario del Pdl l'ex Guardasigilli.
Il Cavaliere evita accuratamente di entrare in rotta di collisione con chiunque, nel tentativo di allungare il piu' possibile (meglio se fino al termine naturale del 2013) la legislatura. Per questo vede con preoccupazione la battaglia che la Lega si e' intestata per trasferire al Nord alcuni ministeri (oggi Roberto Calderoli ha presentato in Cassazione una proposta di legge popolare per il decentramento) suscitando le ire del sindaco di Roma Gianni Alemanno: ''Non e' pensabile che un ministro prenda un'iniziativa che e' un'offesa a Roma Capitale – reagisce il sindaco di Roma -, in contrasto con gli accordi con le altre forze''.
Intanto Berlusconi cerca di tenere a bada le fibrillazioni nel partito, del quale domani tornera' a riunire lo stato maggiore, dopo aver avviato oggi una riflessione sulle primarie. Una prima bozza sarebbe gia' in dirittura d'arrivo e dovrebbe prevedere un registro degli iscritti, anche se buona parte del Pdl si sta prodigando in queste ore per chiarire che le primarie possono essere un meccanismo per la scelta di sindaci e governatori, non certo per designare il leader del dopo-Berlusconi.