Rivolgersi a Padre Pio, come in fondo fanno due italiani su tre. Andando in pellegrinaggio al Santuario, laggiù a San Giovanni Rotondo. Questo è quasi sicuro, il viaggio è in preparazione. Ancora in lavorazione è invece il “dono” da portare al Santo e all’opinione pubblica. Il “dono” potrebbe essere una “contrizione riparatrice”, a norma e regola di diritto canonico. Insomma un rosario di gesti e parole per rientrare nelle regole e nelle braccia di Santa Romana Chiesa cattolica. Questo il piano, il progetto, le intenzioni di Silvio Berlusconi e del suo staff di consiglieri per mondarsi della tanta cattiva polvere che offusca la sua immagine dopo che tutta Italia ha saputo, grazie agli impertinenti giornali e settimanali, cosa spesso e volentieri si organizzava il giorno e soprattutto la notte a Villa Certosa e Palazzo Grazioli.
Racconta il quotidiano “La Stampa” che i cattolici Sandro Bondi, Carlo Rossella e Gianni Letta stanno spiegando al premier che il divorzio da Veronica Lario non sarebbe danno e scandalo, al contrario sarebbe la porta da cui si rientra nella Chiesa. Infatti Silvio e Veronica sono sposati civilmente e non in chiesa, quindi per la Chiesa “pubblici concubini”. Divorziando de iure e non solo di fatto come adesso, cessano dalla condizione di pubblici peccatori. Berlusconi in particolare, avendo contratto matrimonio religioso con la prima moglie, Carla Dell’Oglio, e non avendo mai chiesto l’annullamento, si troverebbe spalancata la via di una riconversione- ravvedimento. Il secondo matrimonio, quello civile, celebrato da Paolo Pillitteri in Comune a Milano, sarebbe una “felix culpa”.
Vediamo come: Berlusconi scioglie il matrimonio civile con Veronica, matrimonio che per la Chiesa è peccato continuato, si confessa, confessa il suo peccato di vita “more uxorio” con Veronica, confessa di avere avuto altre donne, ottiene l’assoluzione e prende la comunione. Il tutto sotto il segno e la benedizione di Padre Piodi Pietrelcina nel luogo di Padre Pio diventato Santo.
Di Padre Pio Berlusconi conserva un’immagine su una credenza ad Arcore, a Padre Pio Rosa, la madre di Berlusconi, dedicava sei preghiere al giorno e anche la sorella Maria Antonietta ne era una devota. Dunque, non sarebbe incongruo scoprire una dedizione al Santo anche del premier. Nè la politica italiana potrebbe criticare il nesso tra politica e Padre Pio: infinito il numero di politici, passati e presenti, che hanno reso pubblico omaggio al frate.
Dunque tutto tornerebbe: il rientro nelle regole cattoliche, il “lavacro” sia spirituale sia mediatico. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che quasi un’intera vita da peccatore emendata con una confessione e un pellegrinaggio è un affare a buon mercato. Ma è il cattolicesimo ad essere una religione dolce e indulgente, o vogliamo fare come quei protestanti degli anglosassoni che a un capo di governo il perdono per aver fornicato e mentito in luogo pubblico non glielo darebbero mai?