Berlusconi in surplace su Bossi: “Manovra e tasse insieme”

MILANO – La manovra economica prima dell’estate. La riforma del fisco anche. Silvio Berlusconi, almeno a parole,  sceglie la contemporaneità e rispetto alla lega si mette in surplace aspettando il momento giusto per lo scatto. Quello che dirà la Lega, che la riforma del fisco la vorrebbe subito mentre per la manovra gradirebbe attendere l’autunno, lo sapremo entro qualche giorno da Pontida. Vincerà la Lega di governo che vuole portare a casa il federalismo e qualche altro obiettivo o vincerà la lega “base e pancia” che dà Berlusconi per politicamente morto e chiede lo strappo? Questione decisiva, ovviamente, per la sopravvivenza dell’esecutivo.

Sulla tabella di marcia del governo, in ogni caso, Berlusconi ostenta sicurezza: ”La manovra la presenteremo nei giorni immediatamente successivi alla verifica del 22 giugno, all’inizio della settimana successiva”. Quindi, ed è difficile non pensare alla Lega stanca delle sberle elettorali,  aggiunge: “Abbiamo le idee chiare e non siamo preoccupati dell’impatto che potrà avere sull’opinione pubblica”.

Solo una settimana fa, l’annuncio, soggetto a parte, era stato pressoché identico: “Presenteremo la riforma fiscale entro l’estate”. Scenario possibile e condiviso dalla Lega. Meno dal ministro dell’Economia Tremonti. In effetti, a conti fatti, un problema c’era: come presentare all’Europa prima un provvedimento che avrebbe garantito un allentamento del fisco(tradotto in gettito, dieci o  quindici di miliardi di euro di entrate in meno) senza spiegare all’Europa dove reperire le risorse? Tutto mentre la Ue ci chiede di continuare con la politica del rigore. La soluzione, quindi, potrebbe essere questa: lo sconto sulle tasse presentato insieme ai tagli della manovra.

Resta da capire, però, quale risposta darà la Lega. Difficile, in una situazione simile, immaginare un Berlusconi che forzi unilateralmente la mano. Possibile e probabile, quindi, che la richiesta “fisco ora, manovra forse dopo” da Pontida non partirà. Non impossibile ma meno probabile l’ipotesi della rottura tra Lega e Berlusconi. Impossibile, lo dice la storia del partito di Bossi, che la Lega “incassi” passivamente il colpo senza chiedere nulla in cambio.

Libia? Vediamo… Altro tema di conflitto con la Lega è la questione Libia. Il partito di Bossi, che in guerra non sarebbe mai voluto entrare, chiede un immediato stop ai bombardamenti. Berlusconi sceglie di tenersi sul vago: ”Siamo entrati nella compagine dei volenterosi in Libia con il voto del Parlamento e con il capo dello Stato favorevole alla nostra entrata. Siamo li’ e seguiamo l’evolversi situazione che non vogliamo si trasformi in una palude”. ”Speriamo – ha aggiunto – che l’operazione possa concludersi presto con la fine dell’attuale regime e siamo propensi a che le operazioni si intensifichino per arrivare alla conclusione”. Una “speranza” insomma, e nessuna certezza.

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Emiliano Condò