ROMA – Fischi e contestazioni al Gianicolo e a piazza della Repubblica, tanto da obbligarlo a lasciare la basilica da un ingresso laterale; qualche applauso all’altare della patria e fuori da palazzo Grazioli. E’ stata una mattinata altalenante, ma complessivamente negativa, quella di Silvio Berlusconi che nel giorno delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia non manca neanche un appuntamento pubblico.
La giornata del 17 marzo non era iniziata male. Anzi. Il presidente del Consiglio arriva a piazza Venezia per l’omaggio al Milite Ignoto reso dal presidente della Repubblica e dalle più alte cariche dello Stato. Quando scende dalla blindata, l’accoglienza della gente dietro le transenne è piuttosto buona: alcuni lo incitano ad andare avanti, altri scattano foto e lui non lesina battute: ”Vado avanti, resto per difendermi; non lascio il Paese in mano ai comunisti”, dice sorridendo.
In attesa del capo dello Stato, all’ombra del Vittoriano, il cerimoniale lo colloca proprio accanto all’ex alleato, Gianfranco Fini. I due si stringono la mano con un sorriso di circostanza. I gabbiani che svolazzano offrono l’occasione per rompere il ghiaccio: il presidente dice qualcosa, senza guardare il Cavaliere, che annuisce, ma anche lui senza distogliere gli occhi dal cielo. Il gelo, insomma, èvisibile anche a distanza.
A cerimonia conclusa, il capo del governo lascia la piazza. Quando risale sull’auto c’e’ chi lo applaude. Una signora gli urla ”Sei il nostro leader”. La cerimonia al Pantheon fila liscia, anche perche’ la gente e’ tenuta a distanza. Al Gianicolo, invece, l’atmosfera è decisamente diversa. Giorgio Napolitano viene salutato con applausi e bagni di folla. Quando invece è Berlusconi ad apparire, la reazione delle persone assiepate dietro le transenne e’ per la quasi totalità contraria: si odono fischi e cori.
Soprattutto all’uscita, il presidente del Consiglio, viene investito dalle critiche: qualcuno gli urla ”dimissioni, dimissioni”, un altro ”bunga-bunga, vai a palazzo Grazioli”. Solo un signore, al passaggio del corteo, lo incoraggia: ”Resisti, resisti”. Gli appuntamenti non sono finiti: c’e’ la messa celebrata dal cardinal Angelo Bagnasco a Santa Maria degli Angeli. Quando esce da palazzo Grazioli per raggiungere la basilica il clima torna favorevole: tanto che il Cavaliere scende sorridendo dall’auto per salutare alcuni sostenitori, ma anche curiosi, che lo incitano ad andare avanti. ”Auguri, auguri”, risponde lui sorridente.
Ma a piazza della Repubblica, l’atmosfera cambia di nuovo: quando scende dalla blindata, la piccola folla che sfida la pioggia, inizia a fischiare e ad urlare ‘buu”, mentre una minoranza applaude. Anche stavolta il contrasto con il calore dimostrato a Napolitano è evidente. Anche Giulio Tremonti e Angelino Alfano, anziché fischi ricevono applausi e complimenti. Mentre a Mariastella Gelmini è destinata dal stessa sorte del capo del governo. Dentro la basilica tornano a sentirsi applausi, ma anche fischi, mentre fuori dal portone qualcuno continua a gridare ”dimettiti”. Contestazioni che portano il premier e il suo staff alla decisione di lasciare la basilica della cerimonia, al termine, da un ingresso laterale. Unico a prendere questa decisione fra le tante autorità.
Fischi e ululati anche dopo il tramonto: Berlusconi è stato contestato anche all’ingresso del Teatro dell’opera per la rappresentazione del Nabucco diretto da Riccardo Muti.