Silvio Berlusconi insiste con la riforma della giustizia e annuncia che la maggioranza andrà avanti: prima tappa la riforma della Consulta. “Riformeremo la Corte costituzionale – afferma in un intervento telefonico a un convegno del Pdl a Cosenza – Oggi abroga leggi giustissime”.
Il premier precisa quindi che per l’abrogazione sarà introdotto il quorum dei due terzi. “Dobbiamo resistere, continuare a governare con serenità rispondendo ai problemi che si presentano ogni giorno. La nostra maggioranza è solida, in Senato ma anche alla Camera. Abbiamo i numeri per andare avanti fino al termine naturale della legislatura – dice il presidente del Consiglio – Stiamo lavorando per la piena attuazione del Piano per il Sud, per le infrastrutture, e per tutte quelle riforme istituzionali, tra noi ampiamente condivise, a cominciare da quella della giustizia, indispensabile per il nostro Paese”.
Il premier parla “persecuzione” attuata nei suoi confronti: “Me ne hanno fatte di tutti i colori”, sono “l’uomo più perseguitato della storia dalla giustizia”, ma non sono “mai arrivati a condanna” e “continuano perché hanno ben chiaro che se non mi eliminano attraverso l’arma giudiziaria non potranno mai farlo attraverso le elezioni. Io mi sono impegnato per evitare il prevalere della sinistra attraverso l’arma giudiziaria”. “Ripresenteremo tutte le riforme della giustizia – continua il presidente del Consiglio – le approveremo con una seduta straordinaria del consiglio dei ministri nei prossimi giorni. Il Parlamento le discuterà, le voteremo con la nostra maggioranza. Se necessario ci sarà un referendum e credo che tutti gli italiani abbiano chiare ormai le idee sulla giustizia che dovremmo avere e non abbiamo e che è fondamentale per affermare di essere ancora in uno Stato democratico che garantisce i diritti dei cittadini a partire da una giustizia giusta”.
Berlusconi attacca anche presidente della Camera Gianfranco Fini, accusandolo ancora una volta di aver stretto un patto con i giudici. Un patto “mai smentito” che ha impedito al governo di riformare la giustizia. “Ora che ci siamo liberati da Fini e dai suoi – continua – faremo le riforme che gli italiani ci hanno chiesto col voto. La maggioranza è coesa, con la dipartita di Fini e dei suoi non ha più chi si opponeva a tutte le riforme che andavano nella direzione del liberalismo e della giustizia” a causa “di una specie di patto che veniva fuori da molte situazioni, e in effetti mai smentito, tra quella parte politica e la magistratura cui era stato garantito che non sarebbe stata approvata nessuna riforma che non fosse ben accetta dall’Anm. Ora non c’è più questo vincolo”. Infine sottolinea come la Lega abbia confermato la sua “lealtà” e come il governo abbia i numeri “per andare avanti fino al termine naturale della legislatura”.