Ecco alcuni stralci delle intercettazioni fatte sul telefono del primo ministro Silvio Berlusconi dalla Procura della repubblica di Trani e pubblicate dal quotidiano La Repubblica.
Il passo più divertente e anche inquietante è lo scambio di battute, al telefono, tra Berlusconi e Giancarlo Innocenzi, uno dei commissari della Autorita delle Comunicazioni.
Berlusconi mette in guardia Innocenzi. Quando parlerà  con Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità , sia prudente: “Stai attento a parlare al telefono col Presidente… perché voci, che non so se siano vere o meno, dicono che ha il telefono sotto controllo…”.
Innocenzi replica che forse anche lui stesso è intercettato: “A me ieri sera è successa una cosa molto strana, tra l’altro oggi mi è arrivato un numero inesistente, io non ho risposto (…). Uno dei nostri tecnici mi dice che è un modo per potere mettere sotto controllo il telefono e oggi faccio fare altre ulteriori… però non me ne frega niente..”.
Una delle telefonate che hanno scatenato le reazioni indignate è questa di Innocenzi a Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Quale delitto abbiano commesso non è chiaro, ma sembra fare parte del corpo del reato.
Innocenzi: “Gianni, scusa sono Giancarlo”.
Letta: “Si, eccomi”.
Innocenzi: “Allora io ti risparmio, quando con calma ti racconto tutto… Insomma, per essere più veloce tutte le documentazioni, quali carte ho dato agli uni e agli altri, sanno tutto quelli della Vigilanza, sa tutto… Masi, sa tutto l’Autorità , ho fatto fare da un gruppo di due amici magistrati tutta l’analisi, anche perché siano gli strumenti per quella storia di questa sera di Mills. Secondo le valutazioni di questi due amici magistrati, lui stasera non potrebbe parlare di Mills essendoci il processo in corso”.
Letta risponde con una parola incomprensibile.
Innocenzi: “Ho dato queste carte a Mauro [Masi?]. Mauro vuole la pezza forte, ci vorrebbe che sostanzialmente Calabrò gli dicesse [a Santoro?]: “Tu non puoi fare la trasmissione questa sera parlando di Mills”. Io non so più a che aggrapparmi, tutto quello che potevo fare l’ho fatto. Adesso Mauro mi chiama e mi dice: “Se Calabrò dice ‘guarda che tu la trasmissione su Mills non puoi farla’, io vado con questa e non gliela faccio fare… tu sei l’ultima spiaggia…”.
Letta, dopo alcune frasi incomprensibili, dice: “Proverò a cercarlo, grazie , ciao ciao”.
Telefonata di Innocenzi a Mauro Masi, direttore generale della Rai. “Io ho detto a Gianni [Letta], anche adesso, avverti tu Calabrò, di mettere più spessore possibile su questa cosa… comunque adesso è informato anche Gianni, così abbiamo chiuso il cerchio, così nessuno può dire che non sapeva un cazzo”.
Dalle intercettazioni pubblicate, traspare che continuano le pressione di Berlusconi su Innocenzi, suo copain dai primissimi tempi dell’avventura televisiva. Berlusconi è furioso perché non si riesce a fermare Santoro.
Innocenzi a Masi: “Loro faranno il processo Mills” e Berlusconi è andato su tutte le furie, gridando “che cazzo state a fare tutti quanti! Mi ha fatto un culo che non finiva più”. I due si disperano per accontentare Berlusconi, ma non ci riescono. Si raccontano di essere riusciti a eliminare Paolo Ruffini, direttore di Rai Tre.
Masi promette di “mettere su una strategia operativa” che serva a risolvere il “problema Santoro che è un problema tutto particolare”. Poi si vanta che sta “aggiustando” la Rai.
Come?
“La stiamo aggiustando, stiamo facendo di tutto, abbiamo mandato via pure Ruffini, insomma, voglio dire siamo riusciti a fare…”.
Questa millanteria non piace al pm, il quale scrive che si tratta di “un evidente riferimento al fatto di assecondare i desiderata del presidente Berlusconi”. Povero Masi, ce l’ha messo Berlusconi, è il suo azionista, non gode certo dell’autonomia di un magistrato, è scritto anche nel codice che il padrone comanda.
Berlusconi continua il pressing su Innocenzi, gli telefona e, dice Repubblica, gli scarica addosso una serie di epiteti. Innocenzi “annaspa”, dice che hanno “fatto qualcosa”, di non aver potuto fermare la trasmissione sul caso Mills e di essere “andato da Calabrò incazzato come una biscia, cioè da questo momento in poi ero come un tupamaro con le bombe addosso e in qualsiasi momento facevo un casino…”.
Povero Silvio. Alla frase un po’ affettuosa un po’ cortigiana di Innocenzi: “Il problema vero è che devi stare bene tu, cazzo…”, Berlusconi esplode, quasi si vedono le lacrime bagnare il foglio del finanziere che trascrive: “Mi stanno attaccando da tutte le parti sul piano patrimoniale, sai quanto ha chiesto mia moglie di mantenimento al mese? Tre milioni e seicentomila euro al mese che fanno 45 milioni l’anno che fanno novanta miliardi di lire l’anno e siccome c’ha il giudice che è amico dell’avvocato… hanno depositato ed è andato automaticamente a un certo giudice, c’è il rischio che succeda che me li danno”.
Continua il pianto: “E’ una cosa pazzesca, ho il fisco che mi chiede 900 milioni, coso… De Benedetti che me li chiede, ma ha già avuto una sentenza a favore, 750 milioni… Pensa te , mia moglie che mi chiede 90 miliardi di vecchie lire all’anno, sono messo bene no? E poi le sentenze penali con dei giudici che sono dei killer invece che essere dei giudici”.