ROMA – “Presidente Berlusconi, come va?”. Mancava solo questa “scottante” domanda per far infastidire il presidente del Consiglio, intervistato dal Tg1. Più che un’intervista, annunciata gloriosamente nell’edizione della 20, mercoledì sera, si è trattato di una specie di farsa. Quali sono gli argomenti del momento? Di cosa non si parla altro da mesi ormai? Cosa si vorrebbe chiedere a Berlusconi? Ruby, soldi, reati, processi etc. diranno i più di voi. E invece no, si parla di economia, di Bce, Fmi, il tutto elogiano dl’operato del premier.
Massimo Gramellini su La Stampa riporta alcune domande fatte a Berlusconi e commenta con la solita ironia.
Prima domanda: presidente, negli ultimi due anni l’Italia ha tenuto alto l’argine della stabilità dei conti, come hanno riconosciuto l’Europa e il Fondo Monetario Internazionale. Ora è il momento di tornare a crescere. In che modo?
Seconda domanda: molti analisti affermano che l’Italia è ancora un Gulliver, ovvero un gigante bloccato da lacci e laccioli. Lei è sceso in politica nel 1994 promettendo la rivoluzione liberale. Per dare una scossa alla nostra economia è arrivato il momento di andare fino in fondo?
Terza domanda: proprio su questi temi lei ha fatto una proposta all’opposizione che ha risposto che non è credibile. Ma dietro questo rifiuto, secondo lei, aleggia il partito della patrimoniale, la vecchia ricetta che per risolvere i conti della nostra economia punta sempre sulla scorciatoia dell’aumento della pressione fiscale?
Scrive poi Gramellini: “Domande dure, niente da dire. Di quelle che lavorano ai fianchi l’interlocutore, specie nel caso in cui soffra di solletico. A volte capita di leggerle anche sui giornali, ma sussurrate all’ora di cena sul primo canale della tv di Stato fanno tutto un altro effetto. Pur intimidito dalla prospettiva di trovarmi al cospetto di un superuomo che teneva entrambe le mani sopra la cartina geografica del mondo intero, al posto dell’intervistatore del Tg1 avrei approfittato della storica circostanza per rivolgere a Berlusconi una domanda ancora più insidiosa. Presidente, come va?”.
Ma c’è una domanda ed una reazione di Berlusconi, che le batte tutte. Il giornalista Renzulli, del Tg1 di Minzolini chiede: “Dietro il no dell’opposizione, secondo lei, aleggia il partito della patrimoniale, la vecchia ricetta che per risolvere i nodi della nostra economia punta sempre sulla scorciatoia dell’aumento della pressione fiscale?”.
Come spiega Sebastiano Messina per Repubblica, a una simile domanda, perfetta nella sua efficacia propagandistica, il presidente del Consiglio avrebbe potuto limitarsi a rispondere, annuendo con soddisfazione: “È proprio così, amico mio, vedo che lei ha capito tutto”. E invece, nel generoso intento di corroborare con parole sue la tesi così splendidamente esposta dallo sparring partner speditogli dall’amico Minzolini, Berlusconi ci ha spiegato che lui sta facendo i conti con un debito pubblico che “dal 1980 al 1992”, è stato moltiplicato “otto volte” dai governi di allora, “con i comunisti in primo piano”.
Ed è stato a questo punto che è venuta a galla la classe, l’eleganza, lo stile del buon Renzulli. Un altro gli avrebbe domandato: scusi, sta parlando dei governi dei suoi amici socialisti e democristiani, quando il Pci stava all’opposizione? E invece lui, che è un artista dell’intervista senza domande, non ha voluto inquinare quel momento con un’obiezione, un “ma” o un sopracciglio inarcato.