Trattativa Quirinale, Marini presidente e Berlusconi senatore a vita?

ROMA – Franco Marini presidente e Berlusconi senatore a vita. La trattativa Pdl-Pd potrebbe essere a questo punto, mettendo insieme le poche dichiarazioni filtrate dall’incontro Bersani-Berlusconi. Se Umberto Bossi può ancora essere considerato interprete degli umori berlusconiani il nome del prossimo presidente della Repubblica potrebbe essere detto: Franco Marini. Uomo di sinistra, ma di ala moderata, cattolica. Uomo del Pd che piace a destra e quanto alla Lega “è il meno peggio”, dice sempre Bossi. Martedì è stato il giorno del colloquio, un’ora, tra Bersani e Berlusconi. Tema: la presidenza della Repubblica. Alla fine dell’incontro esponenti Pd e Pdl rilasciano dichiarazioni concordi: si è parlato solo di Quirinale, ancora nessun nome fatto, sarà il primo di una serie di incontri.

Il braccio di ferro, inutile negarlo, non riguarda solo il Quirinale, o meglio: la partita del Colle è soprattutto una partita politica, un gioco di forza il cui esito darà vita al governo verrà. Bersani chiede la fiducia e un accordo su alcuni punti del suo programma, quelli più vicini alla sensibilità del centrodestra. Berlusconi ci starebbe anche ma vuole ministri Pdl. Insomma, non una semplice fiducia ma un vero e proprio governo di larghe intese. In alternativa, un presidente della Repubblica targato Pdl. Il Tg La7 parla di un’altra possibile convergenza tra i due poli che passa da Berlusconi senatore a vita insieme a Prodi. Per chiudere 20 anni di politica italiana e per dare l’agognato salvacondotto giudiziario a Berlusconi in caso di condanne.

Ma è ancora tutto in alto mare. Dal Pd si affrettano a dire che il colloquio verteva esclusivamente sulla presidenza della Repubblica e in un’ora non è stato fatto neanche un nome. Dalle parole di Enrico Letta però sembra trasparire qualcosa in più: “Non abbiamo parlato di nomi. Prima servono i criteri. Abbiamo parlato esclusivamente di presidenza della Repubblica. L’obiettivo è arrivare ad una elezione con un largo consenso. Non abbiamo parlato di nomi. Penso ci saranno altri incontro con il Pdl”. In sintesi: prima di fare nomi serve definire “i criteri”, ovvero una condivisione che non può che essere anche politica tra i due schieramenti. L’obiettivo, comunque, è arrivare a un nome che soddisfi entrambi, nonostante il Pd abbia i numeri per eleggere da solo il presidente (dalla quarta votazione basta la maggioranza assoluta dei parlamentari). E questo non può non far pensare che una trattativa anche sul governo sia ineludibile.

Alla fine dell’incontro Angelino Alfano ribadisce quello che il Pdl chiede da tempo:”Il presidente della Repubblica deve rappresentare l’unità nazionale e dunque non può essere, e neanche può apparire, ostile a una parte significativa del popolo italiano”.

D’altra parte l’unica trattativa possibile resta quella Pdl-Pd. Il Movimento 5 Stelle, coerente con quanto sempre detto, continua a rifiutare ogni tipo di accordo con i partiti. Anche sulla scelta del prossimo inquilino del Quirinale. Il M5S comincerà giovedì 11 aprile le procedure di scelta del candidato con la scelta di una rosa dei nomi e poi la votazione, dal 16 aprile, del candidato che verrà proposto dal Movimento. E’ quanto conferma il capogruppo al Senato Vito Crimi che annuncia: ”Stiamo anche testando il sistema per il confronto in rete sulle proposte di legge. Il primo testo che proporremo ai cittadini iscritti sarà quello sulla riforma della legge elettorale”.

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Elisa D'Alto