Per Guido Bertolaso c’era anche una casa oltreconfine, probabilmente in Costa Azzurra. A rivelarlo, secondo il Corriere della Sera, sono alcune conversazioni telefoniche intercettate dagli investigatori, nelle quali si cita un alloggio a Montecarlo. Anello di congiunzione per l’appoggio estero del numero uno della Protezione civile è l’imprenditore Diego Anemone.
Bertolaso, che la prossima settimana sarà interrogato dai magistrati, aveva taciuto nei precedenti colloqui su questa casa (che potrebbe essere intestata a una società), così come per l’appartamento di via Giulia e del contratto di consulenza. Proprio riguardo quest’ultimo i pubblici ministeri Sergio Sottani e Alessia Tavernesi contestano al capo della Protezione civile i pagamenti dell’affitto che, secondo quanto dichiarato dall’architetto Angelo Zampolini, venivano effettuati in contanti da lui in persona.
Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera “tracce di altri versamenti arrivano dalle verifiche sui conti correnti gestiti dal commercialista Stefano Gazzani e intestati a prestanome. Tra loro, il suo collaboratore Fernando Mannoni e la segretaria di Anemone, Alida Lucci. Decine di milioni di euro sarebbero stati movimentati dal professionista che nel suo archivio custodiva anche una lista con una trentina di nomi di privati e istituzioni —tra gli altri l’Inps, il Viminale e il ministero della Difesa — dove le imprese Anemone portarono a termine svariati appalti”.
Intanto i magistrati di Perugia stanno lavorando su circa cinquanta transazioni sospette legate proprio al costruttore romano e ad altri membri della “cricca”: tutte le operazioni sono state effettuate tra San Marino e il Lussemburgo. I professionisti che hanno avuto contatti con loro si sono visti revocare gli incarichi. Edgardo Azzopardi, l’avvocato accusato di aver reperito informazioni da Achille Toro, ex procuratore aggiunto di Roma, sulle indagini ancora in corso è stato uno dei primi “esclusi”. Per l’Auditorium di Firenze e la Mostra del cinema di Venezia aveva avuto due contratti di consulenza per 200 mila euro, poi annullati. Proprio per merito della sua amicizia con Toro, Azzopardi “sarebbe riuscito ad avvisare che «guai giudiziari sono in arrivo»”.
Il 30 gennaio scorso l’avvocato parlava con il figlio di Toro, Camillo, mettendolo in guardia ma con parole in codice: «Piove, speriamo che non ti piova anche dentro casa». In alcune intercettazioni Azzopardi, scrive il Corriere della sera, “invita il figlio di Toro, Stefano, a presentare una fattura per farsi pagare il 50 per cento dei compensi”.
LA SMENTITA Guido Bertolaso smentisce: “Non ho mai avuto né la proprietà nè la disponibilità di alcun immobile all’estero, né tantomeno sulla Costa Azzurra o a Montecarlo”.
“Le notizie pubblicate sono, per il capo della Protezione civile, una “nuova puntata della macelleria mediatica che mi vede coinvolto in vicende che sono destituite di qualsiasi fondamento”. E aggiunge: “le mie proprietà immobiliari sono facilmente deducibili dalla consultazione della denuncia dei redditi, già resa pubblica e ampiamente raccontata da tutti gli organi di stampa”.
Bertolaso annuncia querele per questi “articoli ingiuriosi” fino “a superare qualsiasi record in materia”. “Ho già chiarito le vicende che mi sono state contestate dalla magistratura e ho offerto la mia piena disponibilità a fornire tutti gli ulteriori elementi utili a fare piena luce, ma non intendo assolutamente essere oggetto di questo stillicidio di notizie, che provengono da fonti diverse, pubblicate dai giornali con un tempismo sospetto”. “Non intendo essere quotidianamente processato e condannato dalla stampa sulla base di notizie assolutamente false, diffuse al solo scopo di diffamare. Ho già provveduto a presentare 20 iniziative giudiziarie per diffamazione contro altrettanti articoli ingiuriosi e continuerò fintanto che proseguirà questa vergognosa campagna mediatica contro la mia persona, finalizzata a distruggere una realtà che ha avuto l’apprezzamento, per la sua azione, da tutto il mondo”.
Basta con i processi e le condanne sui giornali e basta con le notizie “destituite di ogni fondamento” e che però escono lo stesso con un “tempismo sospetto”. Bertolaso si rivolge alla magistratura, “quella realmente competente”, per “avere giustizia”.
“Ho già chiarito – afferma- le vicende che mi sono state contestate dalla magistratura ed ho offerto la mia piena disponibilità a fornire tutti gli ulteriori elementi utili a fare piena luce.” Ma, prosegue, “non intendo assolutamente essere oggetto di questo stillicidio di notizie, che provengono da fonti diverse, pubblicate dai giornali con un tempismo sospetto e, soprattutto, destituite di qualsiasi fondamento”. Per questo, dice ancora, “è mio intendimento assumere ogni iniziativa giudiziaria al fine di ottenere giustizia dalla magistratura realmente competente e non essere quotidianamente processato e condannato dalla stampa sulla base di notizie assolutamente false, diffuse al solo scopo di diffamare”. L’obiettivo è anche quello di tutelare l’intera Protezione Civile, sostiene Bertolaso.
“Ho provveduto a presentare 20 iniziative giudiziarie per diffamazione contro altrettanti articoli ingiuriosi – conclude – e sono pronto a continuare, fino a superare qualsiasi record in materia, fintanto che proseguirà questa vergognosa campagna mediatica contro la mia persona, finalizzata a distruggere una realtà che ha avuto l’apprezzamento, per la sua azione, da tutto il mondo”.