Il testamento biologico, che riprenderà il suo iter parlamentare a febbraio, torna di nuovo a fare discutere. A riaccendere il conflitto tra maggioranza e opposizione è stata la decisione del Tribunale di Firenze, che accolto il ricorso di un uomo di 70 anni in buona salute, in cui chiedeva “la nomina di un amministratore di sostegno autorizzato, per il tempo di eventuale perdita della capacità autodeterminativa”, ad opporsi a determinati trattamenti sanitari quali la respirazione artificiale.
Il tribunale ha anche dato l’ok a cure che annullino il dolore anche se ci fosse un rischio di anticipare la morte del paziente. I temi etici, biotestamento in primis, potrebbero diventare dunque essere il terreno su cui si consumera’ l’ennesimo scontro tra Pdl e Terzo Polo. Nonostante il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, si sia detto “convinto di come voterà la stragrande maggioranza del nuovo polo”, e Francesco Rutelli (Api) abbia ribadito che ci sarà ”libertà di coscienza in materia”, è chiaro che questo potrà essere un fronte su cui il partito di Berlusconi potrà far leva per richiamare nelle proprie fila i futuristi non in linea con l’orientamento più laicista e radicale di altri esponenti del partito.
Le reazioni alla sentenza di Firenze non si sono fatte attendere, soprattutto da Pdl e Udc. Il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ha infatti criticato ”l’uso improprio” da parte di alcuni magistrati della figura dell’amministratore di sostegno, e confermato ”l’urgenza di una legge nazionale che applichi l’art. 32 della Costituzione, e consenta la libertà di scegliere o eventualmente rifiutare le terapie, con regole e garanzie chiare per tutti i cittadini”.
Paola Binetti dell’Udc ha invece deplorato ”il tempismo perfetto” della sentenza che arriva proprio ”mentre in Parlamento riprende il dibattito sul testamento biologico”, anticipando ”una legge dall’iter faticoso”, mentre per Maurizio Lupi (Pdl), la sentenza di Firenze ”è un atto grave per il contenuto, che rappresenta l’anticamera dell’eutanasia”. Dall’opposizione è Ignazio Marino (Pd) a parlare, chiedendo di smetterla ”con questo clima da stadio” e alla politica di ”fare un passo indietro”. E Maria Antonietta Farina Coscioni dei Radicali rileva che ”il diritto del cittadino di decidere se e come essere curato è un principio costituzionale, che la maggioranza vuole stravolgere. Ma non si può chiedere che la magistratura si associ ai suoi propositi”. Intanto dalla commissione Bilancio della Camera è arrivato il sì al progetto di legge sul biotestamento con una serie di paletti sui costi. Le politiche sociali ed economiche per la presa in carico del paziente non dovranno infatti comportare maggiori oneri allo Stato.
Un ulteriore ostacolo che l’Aula della Camera dovrà affrontare a febbraio, in un dibattito che si annuncia già incandescente. ”Si scopre la filosfia del partito della vita – commenta Marino – perché da un lato si ricordano le carenze del governo nel varare i nuovi Livelli essenziali di assistenza; dall’altro si mette in luce la carenza di fondi stanziati; quest’anno, per le cure palliative ci sono 1mln di euro mentre la Germania ha stanziato 240 mln”.