ROMA – Fermare il ddl sul testamento biologico per la sua ”illiberalità”: lo chiede un appello promosso da Sandro Bondi e Luigi Manconi, che ha avuto adesioni bipartisan, (Eugenio Mazzarella, Giuseppe Calderisi, Santo Versace, Guido Melis, Gaetano Pecorella, Paolo Corsini, Pasquale Ciriello, Giuseppe Saro, Sandra Zampa) e che sarà pubblicato mercoledì 9 marzo su ”Il Foglio”.
”Nelle dichiarazioni anticipate di trattamento – si legge nell’appello – giungere ad un equilibrato e non illiberale contemperamento dei principi in gioco è possibile; e neanche troppo difficile, se utilizziamo un approccio non ideologico alla sostanza del problema”.
”In uno scenario giuridico di divieti, o di prescrizioni obbliganti – proseguono i firmatari – siamo fuori sia dall’autodeterminazione consapevole del paziente, sia dall’alleanza terapeutica. Siamo, piuttosto, sul terreno di una bioetica di Stato. L’illiberalità del testo che arriva in aula alla Camera sta nell’incoerenza rispetto agli stessi principi (libertà di cura e alleanza terapeutica) che dichiara di voler bilanciare. Sanare questa incoerenza, se si vuole, è possibile”.
”Quanto fin qui detto può tradursi – prosegue il testo – in un emendamento per l’aula della Camera che, dopo aver ribadito come nutrizione e idratazione siano ‘forme di sostegno vitale, destinate fisiologicamente ad alleviare le sofferenze’, afferma che esse debbano ‘sempre essere assicurate al paziente nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirgliele’. Tuttavia ‘qualora il rifiuto di alimentazione ed idratazione artificiale sia stato espressamente oggetto della dichiarazione anticipata di trattamento, tale dichiarazione deve intendersi come impegnativa per le decisioni che il fiduciario, ove nominato, dovrà concordare con il medico curante e con i familiari, ovvero per le decisioni che il medico curante dovrà assumere d’intesa con i familiari. In tale caso, la dichiarazione anticipata di trattamento potrà essere disattesa solo se ricorrano motivate prospettive di beneficio terapeutico per il paziente, da riportarsi nella cartella clinica, la cui valutazione spetta al medico curante che le proporra’ al fiduciario, se nominato, e ai familiari, e fino a quando esse siano ragionevolmente attese”.
”In caso di disaccordo tra il fiduciario – spiegano ancora i firmatari – il medico curante e i familiari, sui tempi e le modalità di attuazione della dichiarazione anticipata di trattamento, che preveda per il paziente la sospensione di idratazione ed alimentazione, la valutazione in ordine al beneficio terapeutico di cui al capoverso precedente, e’ demandata ad un collegio medico – che includa il medico curante – designato dalla direzione sanitaria della struttura che ha in carico il paziente”.
