ROMA – Tutti i guai del Pdl, lo scandalo Fiorito e il teatrino dimissioni della Polverini iniziarono due anni e mezzo fa con un balletto a tre sul posto di assessore all’Agricoltura alla Regione Lazio. Una storia di incastri impossibili fra quote rosa, quote azzurre, quote nere, quote ciociare e quote estrusche. All’indomani della vittoria di Renata Polverini, molti si aspettavano che il posto all’Agricoltura finisse a Francone “Er Batman-er Turco-er Federale” Fiorito, re delle preferenze (oltre 26 mila) in una circoscrizione a forte vocazione agricola come quella di Frosinone. Invece la nomina va a Francesco Battistoni, ex Forza Italia, primo degli eletti a Viterbo con poco più di 9 mila preferenze, aria da pretino. E “protetto” da un big forzista come Antonio Tajani, vicepresidente alla Commissione Ue.
Battistoni, insomma, è l’opposto fisico, geografico e politico di Fiorito. E per equilibrare quote azzurre e quote nere e tenersi buoni i pidiellini frusinati (unica provincia senza un assessore), arrivati a manifestare sotto il palazzo della Regione, Polverini e soprattutto Pdl fanno un grosso errore: affidano a Fiorito l’incarico di capogruppo e tesoriere pdl alla Regione Lazio.
Non finisce qui perché Battistoni, nominato a fine aprile, deve già lasciare a giugno. Questa volta è una questione di “quote rosa”: la giunta Polverini viola lo Statuto regionale, che prevede almeno 5 donne in giunta. Così l’uomo Battistoni deve fare posto a una donna, Angela Birindelli, all’epoca ingegnere di 35 anni, area Forza Italia ma, a differenza di Battistoni, non eletta da nessuno. La Birindelli è una dei 14 assessori esterni su 15 della giunta Polverini.
L’inizio non è dei migliori. Così Rosetta Virtuoso, del Pdl di Viterbo, saluta la nomina “del tutto esterna ed estranea” della Birindelli:
“Sostituzione – forzata – di Francesco Battistoni, mi offende come donna e, ritengo, tale nomina venga recepita come offensiva anche da tutto l’universo femminile laziale, di qualsivoglia collocazione politica. Mi sento offesa perché la neodesignata sostituta di Francesco Battistoni ha, chiaramente, la funzione di controfigura, di pupazzetto, di pedina (o come più vi piace definirla), messa lì solamente per adempiere ad una imposizione che vuole la presenza di donne in Giunta in una precisa rappresentanza numerica”.
Angela Birindelli, assessore all’agricolturaMa Battistoni (intanto spostato alla presidenza della Commissione Agricoltura), invece di fare da mentore alla Birindelli, ci entra subito in conflitto, anche perché lei è stata indicata da Giulio Marini, coordinatore del Pdl di Viterbo e avversario di Battistoni.
Con un esposto alla procura di Viterbo a settembre 2011 si inaugura il “metodo Battistoni”: lotta politica a colpi di delazione. Nell’esposto e nelle due querele successive Battistoni afferma che la Birindelli stia orchestrando, con una serie di articoli apparsi sull’Opinione di Viterbo, una campagna stampa volta a diffamarlo.
La Birindelli viene indagata per alcune “coincidenze”. Queste, secondo un articolo del Corriere della Sera:
un finanziamento di 18 mila euro, stanziato con una delibera del 14 giugno 2011 dall’assessorato all’Agricoltura a favore dell’Opinione di Viterbo. E il fatto che il direttore dell’Opinione di Viterbo Paolo Gianlorenzo fosse il marito di Benedetta Ferrari, direttrice di “Europa Rurale”, magazine dell’assessorato all’Agricoltura. Un altro elemento d’indagine è stato fornito da un secondo esposto alla procura di Viterbo, presentato da alcuni ex giornalisti del giornale contro il loro ex direttore […]: nella denuncia, si parlava di riunioni di redazione organizzate per colpire Battistoni.
La Birindelli resta assessore, ma Battistoni va in qualche modo risarcito. L’occasione si presenta con un Fiorito indebolito dalle voci interne al partito che mormoravano già qualche mese fa quello che ora si legge su tutti i giornali. La faida in corso fra ex An ed ex Forza Italia viene risolta sostituendo il 24 luglio scorso “Francone” con “Franchino” alla guida del partito alla Regione Lazio. Battistoni appena insediato si mette a spulciare i conti e nota una serie di “anomalie”. Incarica due revisori di controllare i due conti del Pdl all’Unicredit. L’Unicredit informa la Banca d’Italia degli strani movimenti bancari. La Banca d’Italia informa la procura di Roma.
Il resto è storia di oggi: Fiorito indagato, Battistoni costretto a dimettersi, con tanto di pacca sulla spalla da parte di Silvio Berlusconi.