ROMA – Non solo destinatario di confidenze eccellenti, a volte è lo stesso Luigi Bisignani e fare commenti tranchant sui protagonisti della politica. E’ il 12 settembre 2010, l’uomo d’affari è al telefono con il figlio Renato, appena tornato dopo una giornata all’autodromo di Monza a vedere il Gran Premio. Renato racconta al padre di aver incontrato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, definendola “carina”. Secondo quanto riferisce, il ministro gli avrebbe detto: “Peccato che suo padre non me l’ha detto, se l’avessi saputo mi sarei presa io cura di lei, le avrei fatto fare un giro”. Poi continua dicendo di aver visto il figlio di Ignazio La Russa, ma di non averlo salutato “perché non mi piace per niente”.
E chiede al padre: “La conosci la ministra rossa, quella del turismo?”. E Bisignani risponde: “No, è una stronza, brutta, un mostro, mignotta come poche, la più mignotta di tutte”. E invece la Gelmini è di tutt’altra stoffa, almeno secondo Bisignani Jr: “Invece Stella devo dire, veramente carina”.
Quella sulla Brambilla è solo una delle intercettazioni pubblicate dai quotidiani sulla P4, ormai giornalisticamente nota come “loggia”. Ma è un’associazione a delinquere? Secondo i pubblici ministeri che hanno condotto l’indagine, Curcio e Woodcock, sì. Secondo il giudice per le indagini preliminari che ha disposto l’arresto del deputato Papa (arresto al vaglio della giunta per le autorizzazioni della Camera, che oggi ha rimandato la decisione) e i domiciliari per Bisignani, no.
L’ex giornalista Bisignani, l’onorevole Papa e l’ex carabiniere ora latitante Enrico La Monica, sono accusati di favoreggiamento e rivelazione di notizie coperte da segreto. I pm invece puntano a un’accusa più grave, l’associazione a delinquere, e per questo hanno detto che ricorreranno al Tribunale del Riesame.
In mano hanno un’inchiesta da 15mila pagine e un fiume di intercettazioni. Già, le intercettazioni. Com’è possibile che un uomo di lunga esperienza come Bisignani sia stato colto in telefonate così compromettenti? Un uomo che, come scrive Repubblica, era abituato a cambiare schede telefoniche “come fossero canottiere”? Bisignani è stato beffato dagli inquirenti con una mail-spia. Il 2 novembre 2010 arriva una email truccata al pc della segretaria di Bisignani, Rita Monteverde. L’allegato si chiama Querela e ha di fatto reso il pc una gigantesca microspia in mano agli inquirenti. Un microfono introdotto nell’ufficio di Bisignani, una stanza dei bottoni nella centralissima piazza di Spagna, a Roma, ma comunque defilata. E’ lì che incontrava politici e potenti e da lì faceva e riceveva telefonate. A migliaia, come dimostra il flusso imponente di intercettazioni in mano ai pm di Napoli.