Bocchino: “Io estraneo all’inchiesta. Citato marginalmente”

Italo Bocchino non ci sta a passare per amico del clan dei Casalesi e passa alla controffensiva. Il capogruppo alla Camera del Pdl si difende partendo da un prima constatazione che ritiene inoppugnabile: il suo nome viene citato nelle intercettazioni solo marginalmente. Bocchino spiega infatti che “un pentito, elencando i parlamentari di quel territorio, inserisce anche il sottoscritto come appartenente ad un contesto che va inteso come territoriale e certo no riferito all’organizzazione camorristica”.

Bocchino insiste sottolineando il fatto che soltanto il suo nome non è mai più citato dai pm e dal gip a dimostrazione della sua “lontananza da qualsiasi vicenda, anche soltanto di malcostume clientelare”.

Per quanto riguarda il clan dei Casalesi Bocchino auspica e ritiene utile l’intervento risolutivo dello Stato per affrancare finalmente il territorio da una “morsa insostenibile”.

Tornando alla candidatura di Cosentino – che l’inchiesta ha abbondantemente compromesso – Bocchino ribadisce il suo convincimento:  “Non possiamo fare una legge che dice che chi è condannato in primo grado non può essere candidato, perché per la Costituzione si è innocenti fino al terzo grado di giudizio. Ma nel caso di Casentino si pone un problema di opportunità politica. Io al posto suo mi sarei dimesso”.

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Warsamé Dini Casali