Governo battuto, tensioni nel Fli. Moffa: “Bocchino esagera, voleva il quarto colpo”

Italo Bocchino

Il governo va sotto tre volte alla Camera grazie ai voti di Futuro e Libertà ma i finiani si dividono. Da una parte ci sono i falchi, Italo Bocchino su tutti, che sembrano voler ricordare continuamente a Pdl  e Lega la loro fragilità, dall’altra le colombe, che mordono il freno e cercano, con scarso successo, di abbassare il livello dello scontro.

Il risultato sembra quello di un partito ancora neonato ma già diviso. Impressione corroborata da un’intervista di Silvano Moffa, una delle colombe al Corriere della Sera. Moffa, in sostanza, accusa Bocchino di aver esagerato e di aver preteso, ad un certo punto, addirittura il “quarto colpo” contro il governo.

Il finiano moderato non nega le frizioni con Bocchino:  “C’è stata qualche discussione – spiega- Io e un gruppo di amici non volevamo astenerci su una mozione presentata dall’Italia dei Valori, volevamo votare contro”. Moffa spiega il perché: “Avevamo già votato l’emendamento radicale a una mozione della maggioranza. Emendamento per sollecitare la Libia a ratificare la Convenzione sui diritti umani dell’Onu e a riaprire a Tripoli il commissariato dei rifugiati. E avevamo votato una mozione dell’Udc. E ci sembrava sufficiente”.

Quando Bocchino ha insistito sull’astensione sulla mozione Idv, racconta Moffa “ci sono stati momenti concitati. Io, Menia, Consolo, Lamorte e altri abbiamo tenuto duro e i nostri voti sono stati decisivi per bocciare la mozione dell’opposizione”.

Quanto alle “mani libere” con cui Bocchino ha spiegato il voto di martedì, Moffa spiega: “Questa mi pare una battuta. Non farei strumentalizzazioni. Tra l’altro si tratta di mozioni, cioè atti d’indirizzo, non di decreti o di progetti di legge. Ieri il governo ha commesso un errore di valutazione, perché le richieste alla Libia di accogliere le norme Onu sono sacrosante”. Il finiano, però, non esclude altri colpi contro la maggioranza e si limita ad affermare: “Nessuno ha la palla di vetro per leggere il futuro”.

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Emiliano Condò