Italo Bocchino è stato “ostracizzato” dai media: sia Libero sia Il Giornale, quotidiani vicini a Silvio Berlusconi, hanno dedicato articoli alla scomparsa del portavoce di Futuro e Libertà dai mezzi di comunicazione nazionali. Fino al 14 dicembre, il giorno in cui il Parlamento ha votato la fiducia al governo, Bocchino era onnipresente su giornali, tv, radio, agenzie di stampa, siti internet. Il “delfino” di Gianfranco Fini era stato uno dei grandi promotori della sfiducia nei confronti della maggioranza.
Dopo il voto del 14, Bocchino si è però eclissato e la sua sembra più una ritirata strategica, vista la “mala parata” seguita alla sconfitta in Aula. Il politico che aveva monopolizzato i palcoscenici televisivi, che invadeva quotidianamente le agenzie di stampa con le proprie dichiarazioni, che aveva sempre la sua da dire su qualsiasi argomento, si sarebbe dunque confinato in una sorta di esilio volontario.
Secondo la tesi, ben più maliziosa, espressa da Mario Giordano su Libero, quella di Bocchino non sarebbe una scelta dettata dalla volontà di “salvare la faccia”, ma un “diktat” di Pier Ferdinando Casini: in previsione dell’eventuale alleanza del Terzo polo, il leader dell’Udc avrebbe infatti intimato a Fini di mettere le briglie al suo “soldato” più spavaldo.
Che la verità sia una oppure l’altra, fatto sta che dal 14 al 23 dicembre Bocchino è letteralmente sparito dalla scena mediatica: chissà che la sconfitta del voto non abbia consigliato a uno dei “falchi” di Fli di volare più basso, anche se, come riportato da Valeria Braghieri sul Giornale, lo stesso deputato si è autodefinito “colomba” del gruppo finiano.