Bologna, Cinzia-Gate: direttore del Cup 2000 in procura

Flavio Delbono

Un interrogatorio fiume, quello sostenuto il 26 gennaio presso la procura di Bologna da Mauro Moruzzi, direttore generale del Cup 2000: la società bolognese è coinvolta nello scandalo “Cinzia – Gate”, che ha portato alle dimissioni del sindaco Flavio Delbono.

Cup 2000 è una società a capitale pubblico per le prenotazioni unificate di prestazioni mediche: si sta concentrando sulla pista del Cup l’inchiesta della Procura del capoluogo emiliano che vede indagato il sindaco dimissionario di Bologna Flavio Delbono per truffa aggravata, peculato e abuso di ufficio.

La vicenda è stata originata dalle rivelazioni dell’ex compagna e segretaria Cinzia Cracchi sull’uso di denaro pubblico in trasferte all’estero fatte insieme quando lui era vicepresidente della Regione.

Moruzzi, amico di Delbono, è rimasto davanti al Pm Morena Plazzi dalle 10.30 fino a oltre le 19. Al Cup venne trasferita, dopo la rottura della relazione, Cinzia Cracchi (anche lei è indagata per peculato e abuso di ufficio); del Cup è consulente Mirko Divani, titolare del bancomat aperto nei 2001 con un conto corrente online acceso in Farbanca che Delbono aveva dato in uso a Cinzia.

«Per quanto riguarda la mia società è tutto a posto», ha detto Moruzzi lasciando la Procura. «Un colloquio normalissimo e serenissimo, tutto tranquillo. Ho risposto a tutto», ha aggiunto.

Il 25 gennaio la Digos su mandato del Pm Morena Plazzi aveva acquisito nuovi documenti alla sede del Cup: i contratti di Connex Card Technologies, che era di Divani, e che poi sarebbe stata intestata alla moglie, anche lei dipendente del centro unificato prenotazioni, e del Progetto Sole del Cup di cui Divani risulta consulente.

Il bancomat “incriminato” venne aperto nel 2001 con un conto corrente online acceso in Farbanca da Divani; poi Delbono lo dette in uso a Cinzia. Secondo quanto aveva riferito il sindaco, il bancomat parte da circa 10 mila euro che Delbono aveva dato a Divani come acconto per l’acquisto di una multiproprietà a Malta.

Poi l’affare saltò ma per semplificare la restituzione dei soldi – sempre secondo quanto riferito – Divani offrì all’amico il bancomat da cui poteva prelevare 500 euro al mese. Successivamente la tessera fu girata in uso alla Cracchi, che fece prelievi fino a 1.000 euro al mese, e ancora dopo la tessera sarebbe stata alimentata con 20.000 euro in contanti, frutto – secondo la difesa – di un eredità avuta dalla mamma del sindaco.

E l’inchiesta cerca appunto di chiarire anche come venne affidata la consulenza a Divani. Alla fine il denaro del primo bancomat, quando la tessera venne bloccata una volta conclusa la relazione con Cracchi, venne “girato” su un bancomat nuovo, ancora intestato a Divani, ma che sarebbe stato utilizzato da Delbono fino al giugno scorso, quando smise di funzionare, per piccole operazioni.

Altre domande fatte dal pm si sarebbero dirette a chiarire le modalità del trasferimento al Cup di Cracchi. Inoltre una parte dell’interrogatorio potrebbe essere stata dedicata alle trasferte di Delbono con Cracchi, come ad esempio quella a Pechino, dove Moruzzi ha progettato il Cup di Pechino.

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Alberto Francavilla