BOLOGNA – Giorgio Guazzaloca, sindaco di Bologna dal 1999 al 2004, indagato per corruzione nell’ambito di una inchiesta sulla realizzazione del Civis, il discusso tram a guida ottica, verrà sentito dai magistrati. E’ stato lo stesso legale dell’ex sindaco, Guido Magnisi, a sollecitare l’interrogatorio. La data non è ancora stata fissata. Ma la procura ha invitato a comparire anche gli altri indagati nell’inchiesta.
Verrà chiamato per un’audizione come persona informata sui fatti anche Piero Gnudi, presidente dell’Enel Quest’ultima è un’audizione caldeggiata anche dalla difesa di Guazzaloca, che sostiene che proprio da Gnudi e da Enel partì l’indicazione di Guazzaloca per la presidenza nel cda di Leasys spa (partecipata al 48% da Enel e al 52% da Fidis servizi finanziari, controllata al 100% da Fiat auto). Per la procura invece quella nomina (l’incarico fu assunto da Guazzaloca nel novembre 2004 quando non era più sindaco) con relativo compenso da 100.000 euro annui, è una contropartita data all’ex sindaco in cambio della aggiudicazione (e della velocizzazione dell’aggiudicazione) dell’appalto Civis all’Ati che ha come capofila Irisbus, del gruppo Fiat.
Giovedì anche Leasys ha ricordato che la nomina di Guazzaloca (che poi lasciò l’incarico dopo pochi mesi per andare all’Antitrust) avvenne su indicazione di Enel. E anche Gnudi ieri a sua volta ha confermato che fu Enel a decidere di affidare la presidenza ad una personalita’ esterna. La difesa di Guazzaloca conta di arrivare all’interrogatorio con la documentazione della trattativa che portò alla nomina dell’ex sindaco nel cda della società, che suffragherebbe la linea difensiva.
Documentazione di cui l’indagato non è in possesso e che per lo stesso avvocato Magnisi potrebbe invece già essere stata acquisita dagli inquirenti nelle perquisizioni di ieri, svolte anche nella sede di Leasys. Le audizioni degli indagati sono tra l’altro un atto interruttivo della prescrizione, il cui rischio incombeva a breve sull’inchiesta. L’ultimo episodio ‘corruttivo’ contestato dal pm Antonello Gustapane e dal procuratore aggiunto Valter Giovannini risale infatti al 10 giugno del 2005, e la prescrizione nel caso di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio (gli indagati sono accusati anche di falso in atti pubblici) e’ di sei anni. Gli interrogatori sono un atto interruttivo, che allungano cosi’ i tempi di un anno e mezzo (che si ‘accorcerebbero’ pero’ di sei mesi nel caso venisse approvata la prescrizione breve perche’ gli indagati sono tutti incensurati).
