La lettera aperta di Sandro Bondi non scalda il Partito Democratico. E sulla mozione di sfiducia contro il ministro dei Beni culturali non arriva nessun ripensamento. Dario Franceschini, interpellato da Affaritaliani.it sulla questione non apre a possibili ripensamenti: ”Non credo proprio che ritireremo la mozione di sfiducia”.
Bondi incassa il colpo e replica stizzito: ”Non avevo alcun dubbio che il cattolico Franceschini fosse a favore della sfiducia nei miei confronti. Infatti ho evitato di rivolgermi a lui e ho preferito fare un appello a quelle persone che ritengo, forse ingenuamente, ancora dotate di serieta’ e senso della misura”.
A difesa di Bondi parla, invece, un altro ministro, quello dell’Istruzione Mariastella Gelmini: “La mozione di sfiducia contro il ministro Bondi è inaccettabile. Con un atto politico abnorme e ingiustificato si vuole colpire un esponente del governo impegnato in un’opera di risanamento in un settore particolarmente difficile, quello dei Beni culturali. In maniera assolutamente pretestuosa gli e’ stata addossata la responsabilità di problemi dei quali il ministro sta invece trovando le soluzioni”.
Sandro Bondi, per il ministro Gelmini, ”si è sempre dimostrato un politico di grandi capacità ed un amministratore lungimirante. La decenza vorrebbe che la mozione di sfiducia contro di lui venisse ritirata, spero che gli esponenti di maggiore buon senso nell’opposizione vogliano lavorare in questa direzione”.