Bongiorno “stupita”: reato clandestinità escluso dal “processo breve” come mafia e terrorismo

Giulia Bongiorno

L’esclusione del reato di immigrazione clandestina da quelli che godranno del “processo breve” non piace all’avvocato Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia della Camera.

Per la Bongiorno, infatti, «suscita un certo stupore la scelta di includere nell’elenco dei reati di “grave allarme sociale”, come quelli di mafia e terrorismo, l’immigrazione clandestina che è una semplice contravvenzione peraltro punita con una banale ammenda».

Si tratta dell’ennesima critica al disegno di legge proveniente da persone vicine o interne al Pdl:  l’ex parlamentare di Forza Italia Carlo Taormina aveva parlato di provvedimento «vergognoso, criminale, criminogeno e ridicolo» mentre l’ex presidente della Consulta Antonio Baldassarre aveva definito il ddl «incostituzionale e imbarazzante».

Giulia Bongiorno, prima che si raggiungesse l’accordo tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi sulla giustizia, aveva esaminato nei giorni scorsi le varie bozze del provvedimento messe a punto dal deputato del Pdl e legale del premier Niccolò Ghedini, per riferirne a Fini illustrandone le ricadute tecniche.

Le perplessità dell’avvocato Bongiorno, quindi, sono le perplessità del presidente della Camera. Facile immaginare che, ancora una volta, Fini non gradisca un disegno di legge fortemente condizionato dalle esigenze della Lega Nord che, della lotta all’immigrazione clandestina fa da sempre un suo “cavallo di battaglia”.

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Emiliano Condò