MILANO – “Noi a Davide vogliamo bene” e ancora “Boni non si tocca”. Il profilo Facebook di Radio Padania Libera ha censurato i commenti sull’indagine al leghista Davide Boni in merito a tangenti per oltre 1 milione di euro alla Lega Nord. Sul profilo Facebook della radio leghista sono apparsi messaggi di solidarietà a Boni, ma anche richieste di dimissioni e riferimenti alla tangente Enimont. Anche il Pd ha chiesto le dimissioni di Boni, mentre il Pdl ha chiesto di attendere che le indagini della magistratura volgano al termine. Il quotidiano la Padania invece non reputa il caso Boni una notizia d’apertura, e sulla prima pagina non appare nessun riferimento alle indagini sulle tangenti.
I sostenitori della Lega e di Radio Padania Libera mostrano la loro solidarietà, ma guai ad insultare sulla bacheca i politici del Carroccio. Il regolamento della pagina Facebook parla chiaro: “Si è bannati se si insultano politici leghisti: motivazione: i politici della Lega non sono presenti sempre sulla pagina a proteggersi dai tuoi insulti. Se vuoi insultarli puoi andare in tutte le pagine di sinistra dove ti lasceranno fare. Qui rischi di fare incavolare qualcuno e non siamo gente che ama le denunce e far perdere tempo ai giudici solo per permetterti di sfogare livore. Ti banniamo anche per il tuo bene”.
Le regole del sito parlano chiaro: no possibilità di libero pensiero o libera espressione, per salvaguardare dalla mera diffamazione i politici indifesi. L’inchiesta su Boni infatti è partita da Alfredo Robledo, “reo” secondo un utente, di prediligere esponenti del Pdl e della Lega Nord nelle sue inchieste. Radio Padania Libera rincara: “eh, ma guarda un po’… e adesso che il suo PD è alleato con Berlusconi, comincia con la Lega nord… come si diceva… certi giudici conducono indagini e fanno sentenze ad orologeria”.
Sugli altri profili dei politici della Lega appaiono commenti sul caso. Sulla pagina di Roberto Maroni Lorena parla di “Attacco di Stato”, nota che Radio Padania condivide sulla sua bacheca: “La Lega non si piegherà a questi vili ricatti ed a questi tentativi di delegittimazione, sferrati da chi ha tutto l’interesse a bloccare la crescita esponenziale dei consensi che sta avvenendo, quella dell’unico partito che si oppone a questo golpe bianco”, e aggiunge che “ci hanno dichiarato guerra, se qualcuno non se n’è accorto”.
Scatenati i commenti. C’è Claudio che invita a “rimanere uniti” e Simone che si dice rattristato “per la magistratura ad orologeria”. Per Marco “sentire il nome di un leghista e della Lega Nord accostato alla parola tangenti è terribile”, ma “in questo paese di merda le accuse, il fango, la distruzione di reputazioni personali e carriere politiche arrivano veloci e spietate, mentre la chiusura delle indagini ed i processi sono molto più lenti”.
Radio Padania allora sospende il suo forum, e a Nico che chiede: “Ma, signorina Radio Padania, non mi pare di aver sforato il vostro regolamento, perchè mi cancella i post?”, la replica è semplice: “Perché Boni non si tocca”. E alla domanda di Mariano: “…solo Roma ‘ladrona’?”, si scatena il coro dei leghisti: “Si”. Insultare politici di altri partiti o magistrati insomma è lecito, anche se non possono difendersi perché “non sempre presenti”, per i sostenitori di Radio Padania. Insomma se sei “padano” la giustizia è un optional, valido solo per coloro nelle quali vene il sangue non è rosso, color proibito in bacheca da regolamento, ma verde.