Bonino, nuovo sciopero della fame contro le irregolarità delle elezioni regionali

Un’iniziativa “di speranza”, “per lottare fino all’ultimo”, per chiedere al governo “di trovare una soluzione a questo problema di illegalità”. Con queste parole Emma Bonino, candidata alla presidenza della Regione Lazio, ha annunciato che oggi pomeriggio inizierà lo sciopero della sete per combattere contro le illegalità nella raccolta firme per la presentazione delle liste alle elezioni regionali.

“Tutti i comuni devono assicurare la possibilità di raccogliere celermente le firme”, ha attaccato Bonino citando l’articolo 4 della legge 43 del 1995. Una circostanza che, a detta della leader radicale, è assolutamente disattesa, al punto che l’ex commissario europeo ha parlato di “istituzioni illegali e respingenti”. Secondo i radicali bisogna, dunque, che il governo scenda in campo e trovi una soluzione per risolvere un problema “perché gli autenticatori, la Rai e i Comuni non fanno il loro dovere”.

Per questo e “per lottare fino all’ultimo”, Bonino ha deciso di iniziare uno sciopero della sete, “per accompagnare la riflessione” delle istituzioni con un segnale. Boicottaggio da parte delle amministrazioni guidate dal Pd in tema di autenticazione delle firme per la presentazione delle liste elettorali? “Non si tratta di chiedere piaceri a qualcuno – precisa Bonino – ognuno si comporta come ritiene. Noi poniamo un problema di legalità delle istituzioni”. La scadenza per la presentazione delle firme è prevista per la fine di questa settimana e se l’appello dei radicali non dovesse venire accolto, “con strumenti per porre un argine a questa discriminazione, magari abolendo le firme quando un partito ha dei deputati in Parlamento, dimezzando il numero delle firme da raccogliere o allungando i tempi a disposizione come già fatto in passato”, i radicali potrebbero ritirare le loro liste.

“Lo abbiamo ventilato e continua ad essere ventilato. Se lo avessimo già deciso non farei lo sciopero della sete”. “Le norme della campagna elettorale non vengono rispettate da nessuno, è inaccettabile”, aveva detto sabato.

E dopo la lettera-documento firmata dai Radicali scritta qualche giorno fa in cui si ipotizzava anche un possibile ritiro dalla campagna elettorale, «se l’illegalità continua», Emma Bonino non ha chiarito le sue intenzioni: «Decideremo all’ultimo minuto, a livello nazionale, il da farsi. Per il momento abbiamo ancora alcuni giorni per impegnarci e per lottare».

«Non credo, non credo, non credo». Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, a margine di un incontro con i candidati del centrosinistra alla presidenza delle Regioni al Roma Eventi, rispondendo a chi gli chiedeva se, in virtù della protesta di Emma Bonino, ritenesse a rischio la candidatura della leader radicale. Quella della vicepresidente del Senato, secondo Bersani, «è una segnalazione forte che va alle istituzioni, al ministero dell’interno, ai Comuni che sono preposti alla raccolta delle firme, al sistema dell’informazione. Penso sia una protesta che vada ascoltata».

«Voglio esprimere la mia solidarietà personale a Emma Bonino perché, pur se impegnata con passione e generosità in una durissima campagna elettorale, è costretta allo sciopero della fame e della sete per difendere elementari principi di democrazia e legalità. Faccio appello al Pd e a tutte le forze democratiche affinché, il prima possibile, collaborino per rispondere positivamente alle richieste di Emma Bonino». Lo afferma in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.

«Sono perplesso sull’utilizzo di questi strumenti in campagna elettorale», commenta il sindaco Gianni Alemanno. «Se una lista non riesce a raccogliere le firme – aggiunge – dovrebbe interrogarsi sul suo livello di rappresentatività non fare sciopero della fame».

«Da oggi inizio lo sciopero della fame a sostegno dell’iniziativa per la legalità e la democrazia intrapresa dal candidato alla Presidenza della Regione Lazio Emma Bonino». È quanto annuncia il segretario dell’Idv Lazio, senatore Stefano Pedica. «Sostengo la sua battaglia – dice – affinché il governo intervenga contro le costanti violazioni delle norme in materia di informazione, le quali inevitabilmente si riflettono sulla raccolta delle firme necessarie per presentarsi alle consultazioni regionali. Invito i colleghi del centro sinistra – conclude Pedica – a fare altrettanto perchè venga ripristinata quanto prima la legalità necessaria e fondamentale in uno stato di diritto».

Renata Polverini, candidata del Pdl e avversaria della Bonino alla regionali del Lazio ha commentato: «La storia si ripete. È una forma di protesta che i radicali mettono sempre in pratica». Poi ha affondato: «Io non ho tempo di scioperare, sono in campagna elettorale». La Polverini ha poi denunciato che a Bruxelles la Regione Lazio le ha negato la sala conferenze: «Avevamo chiesto – ha detto – di poter fare una conferenza stampa ma da Roma la Regione Lazio non ci ha rilasciato l’autorizzazione». Per incontrare la stampa al termine della visita la Polverini ha dovuto approfittare di un piccolo spazio in un ufficio al momento libero. La Regione Lazio ha risposto con una nota nella quale nega qualsiasi volontà censoria, tanto è vero che l’incontro con i giornalisti è avvenuto negli uffici regionali di Bruxelles, ma «non era possibile utilizzare una sede istituzionale per una conferenza stampa di chiaro carattere politico ed elettorale. Un principio elementare che vale per qualsiasi candidato».

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