Politica Italiana

Bonus cultura, M5s denuncia: “Lo usano per cene alcoliche e party in discoteca”

Bonus cultura, M5s denuncia: “Lo usano per cene alcoliche e parti in discoteca”

BOLOGNA – Il bonus cultura da 500 euro per i neo 18enni speso per acquistare serate in discoteca, beach party e cene. E’ quanto denunciato dai consiglieri regionali M5s dell’Emilia Romagna, Andrea Bertani e Raffaella Sensoli, che hanno presentato una interrogazione sottolineando l’uso poco edificante del bonus per scopi diversi da quelli culturali.

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In particolare, si legge, i due esponenti pentastellati fanno riferimento all’iniziativa Immaturo on Trip che per la scorsa estate avrebbe organizzato a Rimini e a Gallipoli un evento lungo 5 giorni tra beach party, aperitivi e serate alcoliche “acquistabile attraverso 18App”, l’applicazione online con la quale è possibile spendere il bonus cultura assegnato ai neo maggiorenni. A giudizio di Bertani e Sensoli, quindi, “ci troviamo di fronte al paradosso che a chi ha appena compiuto 18 anni, e ha diritto al bonus di 500 euro è vietato acquistare il Dvd del suo film preferito e invece può tranquillamente prenotare un soggiorno a Rimini con serate in discoteche che promettono anche vino illimitato per tutti”.

Fra gli eventi “insoliti che è possibile acquistare attraverso l’applicazione – proseguono i due consiglieri regionali del M5S – c’è anche la festa dei 100 giorni che si terrà tra qualche giorno al Palacongressi di Bellaria per tutti gli studenti degli istituti superiori del Riminese che stanno per affrontare l’esame di maturità: anche in questo caso si tratta di un evento che assomiglia moltissimo a una semplice serata passata in discoteca con cena iniziale”.

Quello che si domandano i grillini “è come sia possibile pagare la quota di partecipazione a questo tipo di feste grazie al bonus cultura visto le non poche limitazioni che erano state inserite”. Per questo nella loro interrogazione i due consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle chiedono alla Regione di valutare l’ipotesi di segnalare, oltre che al Ministero dei Beni Culturali, anche alla magistratura i casi poco congrui per accertare l’eventuale riscontro di pratiche illecite.

“Nessuno vuole demonizzare questo tipo di eventi che rappresentano anche un momento di aggregazione per i ragazzi – concludono Bertani e Sensoli – Quello che però ci sembra assurdo è che questo genere di feste sia pagato con il bonus cultura, che pur con tutti i suoi limiti, era pensato per altro, facendo invece passare il messaggio del divertimento gratis a spese dello Stato, basta solo essere un po’ furbi”.

Published by
Daniela Lauria