ROMA – Un vertice di poco più di un’ora per scambiarsi reciproche garanzie sulla tenuta della maggioranza al fine di portare a conclusione il progetto di riforme, a partire da quella pesante del federalismo. Umberto Bossi va a palazzo Grazioli e, pur riconoscendo il momento difficile che sta attraversano il governo, tranquillizza Silvio Berlusconi sulla scelta di campo dei Lumbard: ”Non preoccuparti per le voci che girano, sto con te, andiamo avanti con le riforme, manteniamo la parola”.
Ma avverte il Cavaliere: però va rilanciata l’azione di governo, va data una ‘scossa’ a maggioranza ed Esecutivo per portare avanti il programma in sicurezza. In caso contrario meglio staccare la spina e rivolgersi agli elettori. Per questo motivo, i vertici del Carroccio ( erano presenti a via del Plebiscito, tra gli altri, Roberto Calderoli e Rosi Mauro) hanno chiesto forti rassicurazioni sull’ampliamento della maggioranza, anche in vista di un riequilibrio dei numeri nelle commissioni parlamentari che rappresenanto un importante snodo- hanno rimarcato i leghisti- per l’iter di qualasiasi provvedimento.
Parole a cui il Cavaliere ha risposto con una serie di argomentazioni, sempre secondo quanto si ĆØ appreso, sulla possibilitĆ concreta di rimpolpare la maggioranza in maniera sostanziosa per poter definire ed approvare in sicurezza le riforme portanti per il paese. Da qui l’impegno a spostare l’asticella della coalizione di centrodestra verso una ‘quota sicura’, un margine che il presidente del Consiglio ha fissato a ‘325’. Quanto basterebbe, con tutti gli opportuni bilanciamenti, non solo a ottenere sempre un voto sicuro in aula ma anche per governare il lavoro dei ‘parlamentini’.
