Bossi difende legge anti-clandestini: “Chi contesta vada a quel paese”

ROMA – “Che Kyenge e tutti gli altri vadano a quel paese”. Umberto Bossi difende la legge Bossi-Fini contro la clandestinità e attacca chi la critica, come il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, riporta l’Ansa. Lo sfogo di Bossi arriva dopo le polemiche per la tragedia di Lampedusa, che ha scosso il Paese.

L’ex segretario della Lega Nord ha dichiarato a Virus, in onda su Rai Due: “Vogliono cambiare la mia legge, la Bossi-Fini? Speriamo di no, è l’unica barriera che c’è all’invasione dei clandestini. La legge va bene così. Io ho fatto una norma che stabilisce che per venire bisogna avere un contratto di lavoro, se volete stare qui dovete lavorare. Ma qui vengono tutti quelli che non lavorano e devono essere rimandati nel loro paese”.

Al ministro Kyenge che dice che bisogna cambiare la Bossi-Fini, il senatur replica: “Il problema è che la Lega non condivide le sue idee e il fatto che l’Italia debba diventare una portaerei per accogliere tutti i clandestini del mondo. Non è possibile, non possiamo”.

E a chi definisce la legge “fascista e razzista”, Bossi risponde: “Gli dica di andare a quel paese. La legge va bene così”. Poi Bossi ha aggiunto: “L’Italia non è l’America, non abbiamo posti di lavoro neanche per noi figurarsi per loro. E’ sbagliato far entrare nel nostro paese i clandestini con l’obiettivo di ottenere qualche voto in più. Non devono accadere tragedie e un politico deve avere anche la testa… inutile dire ‘venite tutti che siamo bravi…'”.

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