Bossi: “E’ arrivata la fine dell’Italia”

ROMA – Umberto Bossi diffonde l’ultimo vaticinio della sibilla padana: “La crisi ci avverte che è arrivata la fine dell’Italia”. E come tutti i vaticini hanno quel retrogusto agro dolce: un misto di preoccupazione e di compiacimento. Ed è proprio così che appare il Senatur mentre declama la sua profezia davanti al popolo leghista a Ponte di Legno: scandisce la frase “l’Italia è finita” con un misto di preoccupazione e di celato piacere.

Dice che l’Italia è finita e certo non può stare tranquillo nemmeno lui, che d’altronde in Italia ci vive. Ma il compiacimento è tutto per il destino della Lega nord. Se veramente, come vaticina Bossi, la crisi manderà a carte quarantotto l’Italia, il Carroccio potrà rispolverare, con nuova verve, l’antica e mai archiviata bandiera del secessionismo. Se l’Italia è veramente finita la Lega può tornare al revival, questo il compiacimento di Bossi. Può tornare a sostenere che il nord deve (e questa volta forse può) staccarsi dal resto d’Italia. Per realizzare quella “Padania libera” in cui il Senatur spera dall’inizio della sua carriera politica.

Il Senatur comunque per il momento esclude l’ipotesi di elezioni anticipate. ”Non stiamo pensando a quelle cose li’, se dicessi qualcosa per 15 giorni tutti parlerebbero di elezioni e spaventerebbero la gente”.  Incalzato sul tema, il segretario della Lega Nord si e’ limitato a concedere che ”noi andiamo alle elezioni quando gli alleati sono d’accordo”, facendo indirettamente riferimento alle parole del premier Silvio Berlusconi che ha assicurato il traguardo naturale del 2013.

Quanto ad un eventuale allargamento della maggioranza, magari all’Udc di Pier Ferdinando Casini, Bossi e’ stato vago. ”Non so niente – ha risposto – comunque io non traffico mai ne’ con l’uno ne’ con l’altro. L’altra volta la presenza di Casini, Buttiglione e Follini e’ stata disastrosa”.

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luiss_vcontursi