Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto nel pomeriggio di mercoledì al Quirinale il Ministro delle Riforme per il Federalismo, Umberto Bossi e il Ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli. Chissà se il leader della Lega non abbia dovuto trovare un compromesso per poter incontrare il Capo dello Stato.
Le sue dichiarazioni sull’Italia che si compra la partita dei mondiali contro la Slovacchia non sono per nulla piaciute e Bossi ha dovuto riparare chiedendo scusa a tutti. Del resto è meglio far retromarcia prima piuttosto che dopo l’incontro: perché se c’è una cosa che si può dar per certa, è che Giorgio Napolitano, gran sostenitore dell’Italia, quelle scuse le avrebbe comunque fortemente sollecitate.
Comunque i problemi che Umberto Bossi ha voluto affrontare con Giorgio Napolitano erano0 due: assicurare anche al Presidente che il capitolo riforme – e in particolare il federalismo – resta competenza unica e assoluta della Lega in generale e di Bossi in particolare, nonostante alcune discusse nomine di nuovi ministri; il Carroccio è sempre più preoccupato per il crescere delle tensioni politiche, avendo il timore che a “rimetterci le penne” possa essere proprio il faticosamente avviato processo federalista.
L’irritazione di Bossi è legata soprattutto alla vicenda della nomina a ministro per il Federalismo di Aldo Brancher (da sempre uomo di raccordo tra il premier e la Lega), un vero mistero di cui sono ancora incerti i vari passaggi. Nell’idea di Berlusconi, Brancher avrebbe forse dovuto occupare il ministero lasciato da Scajola. Bloccata questa scelta per dissidi all’interno della stessa maggioranza, Berlusconi ha fatto retromarcia, nominando Brancher ministro per il federalismo, addirittura convinto che la scelta sarebbe stata apprezzata dalla Lega.
In queste faccende, naturalmente, il Presidente della Repubblica si è ben guardato dall’entrare, ricordando però di aver soltanto raccolto la firma di un nuovo ministro senza portafoglio, e che le deleghe sono responsabilità esclusiva del presidente del Consiglio. Molto diverso, invece, l’interesse mostrato da Napolitano verso le preoccupazioni leghiste circa il deteriorarsi della situazione politica. Ai ministri del Carroccio che chiedevano una sua opinione sul da farsi il capo dello Stato non ha potuto che spiegare di essersi già più volte espresso.
