La Brambilla va contro la sua stessa maggioranza. E nel Pdl si scatena la bufera. Alla presentazione del manifesto “La coscienza degli animali”, il ministro del Turismo ha dichiarato che la caccia andrebbe abolita, aggiungendo di non credere che «una minoranza di 750 mila cacciatori, così censita dall’Istat, possa pretendere di far prevalere le proprie ragioni rivendicando con arroganza la libertà di uccidere animali indifesi quando la maggioranza degli italiani si sente offesa da questo gesto».
Quindi, ha continuato la Brambilla, «credo sia possibile e necessario arrivare all’abolizione della caccia anche perché sono certa che esistono modi di divertirsi ben diversi senza uccidere esseri viventi».
Meno di un mese fa, il Parlamento aveva concesso alle regioni l’estensione della stagione della caccia per 10 giorni. E in aula si erano registrati numerosi dissensi da parte di alcuni esponenti del partito della Brambilla.
Dura la reazione di Elena Donazzan, assessore regionale veneto all’Istruzione, Formazione e Lavoro. L’esponente del Popolo della Libertà è andata su tutte le furie e ha dichiarato: «Invito il Ministro Brambilla a dimettersi, perché una rappresentante del Pdl, eletta con il consenso ricevuto su un programma di Governo, non può permettersi di dire l’esatto contrario».
La Donazzan sottolinea infatti che «il Pdl aveva espressamente messo nel proprio programma elettorale la modifica della Legge nazionale sulla caccia per avvicinarla alla normativa europea, che non solo è meno restrittiva di quella italiana, ma è decisamente più rispettosa delle tradizioni secolari legate alla cultura rurale ed all’attività venatoria».
«Rispetto la posizione personale di Michela Vittoria Brambilla – ha aggiunto l’assessore – ma pretendo da un ministro del mio partito intelligenza e rispetto politico».