Durante la passata dittatura, l’allora sindacalista e ora presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva rivelò a un suo compagno di carcere di aver tentato di violentare un giovane recluso politico come loro.
A raccontare la vicenda è lo stesso protagonista e presunto confessore, Cesar Benjamin, cofondatore del Partito dei Lavoratori (Pt), che ha però lasciato nel 1995: ha scritto un articolo apparso oggi sul quotidiano ‘Folha de Sao Paulo’.
«È una pazzia», è stata l’immediata risposta di Gilberto Carvalho, il capo dei consulenti del presidente e suo stretto amico da sempre.
«Lula – ha aggiunto – è rattristato, abbattuto e non capisce il motivo di tale attacco che, a mio avviso, è opera di uno psicopatico». Secondo quanto ha scritto Benjamin – che nel 2006 è stato candidato alla vicepresidenza per un partito fondato da ex esponenti del Pt – Lula, in una chiacchierata con lui, dopo aver sostenuto che «non riesco a vivere senza una vagina», avrebbe ammesso il tentato stupro di un ragazzo, in carcere perché appartenente ad un gruppuscolo di sinistra.
L’ex esponente del Pt assicura anche che alla conversazione era presente il pubblicista Paulo de Tarso, ma questi lo ha subito smentito. Benjamin ha scritto l’articolo su richiesta di ‘Folha’ per fronteggiare, ha precisato, «la mitizzazione della figura di Lula», che -a suo dire- «sta avvenendo con l’imminente lancio del film ‘Lula, o Filho do Brasil».
Lo riporta l’Ansa.