Buonanno, leghista condannato. Disse “Rom feccia società”

Buonanno, leghista condannato. Disse “Rom feccia società”

MILANO – È discriminatorio affermare che “i rom sono la feccia della società” ed è per questo che l’europarlamentare della Lega Nord e sindaco di Borgosesia (Vercelli) Gianluca Buonanno è stato condannato dal giudice civile del Tribunale di Milano che ha accolto un ricorso presentato dalle associazione Asgi e Naga. Il giudice Anna Cattaneo, nella sentenza, sottolinea come Buonanno riguardo le sue dichiarazioni alla trasmissione Piazza Pulita del 23 marzo 2015 non potesse avvalersi dell’immunità derivanti dalle sue funzioni di europarlamentare che va esclusa in quanto vale in caso di “espressioni di opinioni politiche, seppur manifestate con toni aspri e duramente critici”, ma non quando le parole hanno come “unica finalità la denigrazione e l’offesa”.

Il giudice ha riconosciuto che associare il termine “feccia” all’etnia Rom “non solo è grandemente offensivo e lesivo della dignità dei destinatari, ma assume altresì un’indubbia valenza discriminatoria”. Oltre al pagamento delle spese legali, Buonanno è stato condannato alla pubblicazione dell’ordinanza su ‘Il Corriere della Sera’ ma, ritenendo l’ordine di pubblicazione del provvedimento “sanzione non sufficiente e adeguatamente dissuasiva,” il giudice ha condannato l’europarlamentare a un risarcimento di 6mila euro a favore di Asgi (Associazione studi giuridici sull’Immigrazione) e Naga (Associazione per i diritti di cittadini rom e sinti), difese dagli avvocati Alberto Guariso, Mara Marzolla e Livio Neri. E’ stato riconosciuto, quindi, il diritto al risarcimento del danno a causa “dell’elevato contenuto discriminatorio delle affermazioni pronunciate da Buonanno, della loro portata diffamatoria e denigratoria, della reiterazione per ben quattro volte della frase offensiva, della assoluta convinzione con la quale sono state pronunciate tanto da non indurre alle scuse malgrado la espressa possibilità offerta dal conduttore, del fatto che le offese sono state pronunciate nel corso di una trasmissione televisiva in onda su di una importante emittente televisiva, con un buon indice di ascolto (4-5% di share) in prima serata e quindi con ampia diffusione mediatica ed infine del ruolo politico e pubblico del Buonanno e della sua notorietà” .

“Siamo soddisfatti” affermano Asgi e Naga. “L’espressione utilizzata – sottolineano – era palesemente lesiva della dignità degli appartenenti all’etnia rom e costituiva discriminazione, perché atta a creare un clima ostile, intimidatorio e di disaggregazione. Rimaniamo molto preoccupati per la continua diffusione di discorsi d’odio, ma la nostra azione dimostra che possiamo e dobbiamo continuare a lottare contro queste violazioni”.

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Elisa D'Alto