«Non intendiamo legittimare con il nostro voto il cedimento politico di alcuni a una piccola lobby di settore e di 750 mila cacciatori. Né, tanto meno, alla loro volontà di sparare indiscriminatamente tutto l’anno e contro qualsiasi specie animale». Con queste parole una trentina di deputati del Pdl annunciano il loro no al provvedimento all’esame della Camera in una lettera inviata a Silvio Berlusconi e, per conoscenza, al capogruppo a Montecitorio Fabrizio Cicchitto. Una posizione anti-doppietta libera, peraltro, che vede insieme deputati finiani e non, ma che, come spiegano, nulla ha a che fare con lo scontro tra il premier e il presidente della Camera.
«Caro Presidente – scrivono in riferimento alla Legge Comunitaria 2009 sulla caccia – abbiamo appreso, con sorpresa, dello stravolgimento subito dalla stessa al Senato sulla delicatissima questione della elaborazione del calendario venatorio. La Commissione Agricoltura della Camera ha confermato tale impostazione, che prevede delega piena alle Regioni, indicando nel prolungamento dei termini della stagione venatoria la sola possibilità di modifica, con l’alibi di ottemperare a prescrizioni comunitarie che, al contrario, ci richiamano a una più rigorosa valutazione del calendario, per garantire la salvaguardia delle biodiversità delle specie animali».
«Avendo seguito la vicenda alla Camera con attenzione ed equilibrio – aggiungono – e con il pieno sostegno di tutte le associazioni animaliste e ambientaliste italiane, oltreché della stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, sentiamo il dovere, per correttezza, di comunicarLe che non intendiamo legittimare con il nostro voto il cedimento politico di alcuni a una piccola lobby di settore e a meno di 750 mila cacciatori. Né, tanto meno, alla loro volontà di sparare indiscriminatamente tutto l’anno e contro qualsiasi specie animale».
«Sia chiaro – concludono – che la nostra iniziativa è dettata solo ed esclusivamente da un problema di coscienza e non ha nulla a che vedere con la situazione politica interna al nostro partito». La prima firma è quella di Fiorella Ceccacci Rubino. Con lei Gabriella Giammanco, Barbara Mannucci, Giuliano Cazzola, Benedetto Della Vedova, Fabio Granata, Paola Frassinetti, Manuela Repetti, Enrico La Loggia, Michaela Biancofiore, Margherita Boniver, Flavia Perina, Gennaro Malgieri, Fiamma Nirenstein, Pietro Lunardi, Francesco Paolo Sisto, Lucio Stanca, Salvatore Torrisi, Annagrazia Calabria, Maurizio Iappicca, Gianni Mancuso, Roberto Tortoli, Elvira Savino, Gabriella Carlucci, Elena Centemero, Santo Versace, Basilio Catanoso e Paola Pelino.