ROMA – Il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli sta con i sindacati, in particolare con Cisl e Uil che sabato mattina a Roma, in una manifestazione a Piazza del Popolo, avevano lanciato un ultimatum: “Riforma fiscale subito o governo a casa”.
”Sottoscrivo completamente quanto affermato da Bonanni ovvero che non è più tempo di litigi, ma che bisogna mettersi tutti insieme per realizzare la riforma sul fisco. Così come sottoscrivo le parole di Angeletti quando dice che o il Governo fa le riforme oppure è meglio che se ne va a casa”, queste le parole di Calderoli.
”Sono d’accordo con loro, perché la riforma fiscale va fatta e va fatta subito, diversamente dovrò partecipare anch’io al loro minacciato sciopero generale e dovrò essere in piazza con loro e non più come rappresentante di un Governo ‘‘, aggiunge il ministro leghista.
Anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni la pensa come Calderoli: ”La richiesta che viene da due sindacati, che non hanno un atteggiamento ideologico, ne a favore ne contro la maggioranza di Governo è una dichiarazione impegnativa e importante di cui bisogna tenere conto”.
Rispondendo ad una domanda sulla manifeazione di Cisl e Uil Maroni ha aggiunto ”un conto è la Cgil, che ha sempre tenuto una posizione nettamente contraria, un altro sono Cisl e Uil che dicono questa cosa al Governo”.
Dunque la Lega anche esorta alla riforma fiscale, ma dall’opposizione vengono sollevati alcuni dubbi sulla riforma. Secondo quanto sostiene la presidente del Pd, Rosy Bindi, non si può fare la riforma in deficit: “La Lega pone una questione seria intorno alla riforma fiscale e ha avuto anche risposte abbastanza serie. Tutte le riforme non si possono fare in deficit. Mi chiedo come sarà possibile accogliere le richieste della riforma fiscale di fronte all’avvertimento al quale abbiamo assistito in questi giorni”.
“Questo – ha aggiunto la Bindi – è un motivo in più per dire che non ci sono le condizioni più perché questo governo possa stare in piedi. I governi servono al Paese non alle forze politiche che ne fanno parte: o dimostrano di essere utili all’Italia o se ne devono andare”.
E sui contenuti della riforma interviene anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, nel corso dell’assemblea nazionale di tutti i Democratici Cristiani nel Pdl: “O nella riforma fiscale del governo c’è il fattore famiglia o non la votiamo”, ha minacciato.
“Non ci interessa – ha sottolineato il sottosegretario – una riforma fiscale che non tenga conto in qualche modo del fattore famiglia e cioè dell’assoluta necessità per il nostro paese di aiutare coloro che accumulano quel capitale sociale fondamentale per tutti che sono i figli”.