Calderoli: "Rischio default se si smonta la manovra"

ROMA, 15 AGO – ''Tutto si può' rivedere ma a saldi invariati. E senza smontate il testo, altrimenti rischiamo il default''. A dirlo il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli parlando – intervistato da La Stampa – della manovra, ritenuta di ''impatto'' per cercare di ''trasformare il male della crisi in un bene per il Paese''. ''Governare gli italiani – afferma Calderoli a proposito della 'rivolta' sul taglio delle Province – non e' difficile, e' inutile. E sempre più' mi convinco che aveva ragione Bossi quando pensava alla Padania''. Sulla lettera della Bce, che alle opposizioni hanno fatto gridare al commissariamento, il ministro dice di non aver avuto ''questa sensazione'' altrimenti ''mi sarei già' dimesso''. L'asse Lega-Pdl non cede gli si domanda: ''Se i rapporti non fossero stati così' saldi – risponde – questa manovra non sarebbe mai nata e qualcuno starebbe già' preparando gli scatoloni con i libri per il tribunale fallimentare''. Secondo Calderoli – che afferma di essere stato ''secessionista davvero'' – nessuno ''avrebbe fatto ciò' che si e' fatto se non fosse stato a rischio il sistema Paese''. Una confessione di ''peccato'', ammette Calderoli, se fosse saltato l'euro sarebbe saltato il Paese creando le condizioni per ''la nascita della Padania'' ma il prezzo sarebbe stato troppo alto. Ci siamo mossi ''mettendo in opera la ricetta europea'' ma – avverte – ''il farmaco per la cura lo abbiamo scelto noi''. Un provvedimento sull'Iva – aggiunge – ''può' essere auspicabile ma non per finanziare o ridurre i tagli nella spesa pubblica'' perché' si rischia di ridurre i consumi. Sull'iter parlamentare, il ministro del Carroccio rileva che forse a questo ''governo fa bene l'emergenza'' perché' quando ''arrivano le difficoltà' e' compatto. Certo – precisa – a settembre sulla Libia non si rivota''. Infine, conclude, i rapporti con il ministro dell'Interno Roberto Maroni, a parte ''un attrito nel '94, non c'e' niente. Anzi ''siamo complementari'', lui più' politico, io più' pratico.

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Elisa D'Alto