Nicola Cosentino da Casal di Principe dovrebbe essere il candidato del Pdl alla guida della Regione Campania nelle prossime elezioni. Dovrebbe, anzi doveva già essere ratificata la sua candidatura nella riunione di sabato scorso tra Silvio Berlusconi, i tre coordinatori nazionali del Pdl Verdini, Bondi e La Russa e i capigruppo di Camera e Senato. Doveva, ma così non è stato perché forse Casal di Principe non è per Cosentino solo un luogo di nascita. Forse è anche un luogo di conoscenze e rapporti sui quali sta indagando la magistratura. In una riunione, il cui verbale è ancora sotto segreto, il Procuratore di Napoli, Giandomenico Lepore, avrebbe detto che a carico di Cosentino, oggi sottosegretario all’Economia, «sono aperti alcuni procedimenti». Un altro e alto magistrato in Campania, Vincenzo Galgano, a proposito delle collusioni di Cosentino con il clan dei casalesi, ha però detto: «Allo stato è una persona su cui non ho nulla da ridire».
Come che sia, parte del Pdl, Bocchino e La Russa soprattutto, non hanno voglia di restare pericolosamente appesi a quella formula: «allo stato». E se lo stato delle cose e delle indagini muta in campagna elettorale? Conviene al Pdl presentare agli elettori un candidato che può risultare inquisito e per di più per rapporti con la camorra? Se lo augura Bersani del Pd: «Con la candidatura di Cosentino, la partita elettorale in Campania è aperta». Partita che, Bersani lo sa, se il Pdl non sbaglia candidato si gioca con il pronostico tutto a favore del Pdl. Vale allora la pena per il Pdl disperdere questo vantaggio? Vale la pena applicare meccanicamente una spartizione di candidature: Renata Polverini, area An, candidata alla Regione Lazio e quindi uno di Forza Italia in Campania e cioè Cosentino?
È uno strano “spogliatoio” quello del Pdl che si prepara al “campionato delle elezioni regionali del 2010”. C’è una Regione, il Veneto, che è sicuramente di centro destra. Eppure lì il centro destra sta correndo un rischio: una lista autonoma di Galan già oggi governatore. Una lista anti-Lega mentre il candidato pattuito tra Bossi e Berlusconi sarà appunto un leghista, forse Zaia. Se Galan si presenta, con il favore di 180 sindaci della Regione, di una fetta dell’elettorato di Forza Italia, con l’appoggio dell’Udc e forse anche con quello del Pd locale, Cacciari in testa, il Pdl si trova appunto a rischiare addirittura in una Regione elettoralmente più che sicura.
E, se non sicura, assai probabile è per il Pdl la riconquista della Regione Campania. Ma non se sbaglia candidato o addirittura se candida qualcuno «non inattaccabile sotto il profilo della legalità e della trasparenza». Parole di Fabio Granata, vicepresidente della Commissione Antimafia, uomo di An, uomo di Fini.