Capitol Hill all’italiana, un po’ tragedia sociale e un po’ sceneggiata teatrale. Assedio vero e mimato assalto al Parlamento. Da parte degli anti Stato che esigono rimborsi totali dallo Stato. Assedio e assalto in nome della libertà. Anche quella di dare una robusta mano alla pandemia. In piazza le avanguardie organizzate (e politicizzate) della nuova alleanza delle corporazioni: ristoratori, autisti bus turistici, gestori palestre, ambulanti, parrucchieri, perfino orafi. Tutti a dire, anzi ad esigere un apriamo domani. Dove l’aprire la propria bottega è l’alfa e l’omega del mondo, della realtà, della civiltà. Il resto non conta o vien dopo.
Corrente di fondo e onda di superficie: la corporazione
Negazionisti e/o No Vax sono la spuma, la corrente di fondo e l’onda di superficie è la corporazione. La corporazione e non altro perché quello vestito da sciamano non è un qualsiasi e comune ristoratore atterrato nel portafoglio. E’ un militante attivo del sempre aperto, un organizzatore di pranzi e cene senza limiti e misure, uno che ha investito nella protesta come fosse un business. Solo una stampa senza memoria, neanche a breve, e inconsapevole di sé poteva dimenticarsi e ignorare la storia dello sciamano all’italiana: molte lacrime per altrettanti coperti serviti nel suo pub-ristorante mai veramente chiuso.
Il siamo alla fame dove tutte le vacche sono nere
Citatissimo il filosofo, anzi citatissima in letteratura e chiacchiere, anche spicciole, la frase per cui nella notte tutte le vacche sono nere. Nella notte della politica intimidita e tremebonda perché ha ormai struttura istituzionale gelatinosa e nella notte di una informazione succube dei suoi limitati e obbligati format, Capitol Hill all’italiana è stata attribuita a coloro che soffrono e vivono il siamo alla fame.
Ed è qui che la sommatoria delle corporazioni si fa movimento politico e sociale. Unendo ciò che dovrebbe essere separato, separato perché diverso. Ci sono eccome se ci sono quelli alla fame o quasi, sono i senza euro. I senza euro oggi, i senza reddito sono i precari del commercio, della ristorazione, dei servizi alla persona. I senza euro oggi sono quelli ieri semi contrattualizzati dai loro datori di lavoro e per nulla contrattualizzati e fatti lavorare a nero. Ci sono, sono tanti. E non sono per nulla o quasi raggiunti da ristori o sostegni.
Insieme a loro ci sono, ed è questo il capolavoro in negativo della corporazione, quelli senza gli euro di prima. A fianco a chi non ha più reddito coloro che non hanno più il reddito di prima. E pretendono, esigono di averlo. Non sotto forma di ristori e rimborsi peraltro limitati, ma sotto forma di licenza di continuare a far reddito, quello di prima, come se pandemia non ci fosse.
Vogliono l’abrogazione della pandemia in nome dell’insopportabile rimpianto del reddito perduto, anzi della quota di reddito perduto. Che, va riconosciuto, era notevole, anzi enorme. Ogni lamentale di associazione e corporazione, ogni stima di loro pugno del perduto declina miliardi e decine di miliardi di andato in fumo per l’occasione. Una informale ma veritiera dichiarazione dei redditi, stavolta reale. Redditi di misura tale che nessun sostegno o confronto può reggere al confronto, neanche da lontano.
Tanta la roba perduta, altrettanta la furia
Tanta l’entità del reddito perduto, altrettanta la furia di corporazione. Che la stampa, praticamente tutta, genericamente battezza rabbia. E, nel codice di comportamento del giornalismo, rabbia è alibi, giustificazione, esimente, anzi cosa buona e giusta. La stampa ha un comandamento, un precetto e lo osserva con devozione, anche stavolta. Il comandamento è: la gente ha sempre ragione. Quindi se Capitol Hill all’italiana lo fa un po’ di gente, la stampa automaticamente mette gli assedianti-assaltatori nel girone dei buoni della tragicommedia sociale italiana. Al massimo la stampa rileva in piazza la presenza di qualche esponente di “gente che sbaglia” e cioè i militanti e le milizie della destra anti Stato. Ci vuol davvero poco per indurre l’informazione a non vedere ciò che va contro format: basta vestire da IoApro una roba legittimamente organizzata e guidata sul territorio da Fratelli d’Italia.
Il comandamento la gente ha sempre ragione…
Obbedendo con devozione al comandamento si ha il seguente ragionamento pubblico: hanno ragione quelli che vogliono vaccinare veloce e hanno ragione quelli che vogliono rallentare per prudenza, hanno ragione quelli che vogliono riaprire attività per gradi e quelli che vogliono riaprire tutto domani, hanno ragione quelli che dicono prima e meglio aperti ristoranti e bar e negozi e poi le scuole e hanno ragione quelli che dicono prima le scuole, hanno ragione gli insegnanti che vogliono essere vaccinati prima di tornare in classe e hanno ragione gli insegnanti che non si vogliono vaccinare con AstraZeneca, hanno ragione quelli che vogliono vaccinare prima le isole e hanno ragione quelli che dicono prima vaccinare i monti…L’osservanza del comandamento la gente ha sempre ragione inevitabilmente sfocia in una ammuina di massa, metà drammatica e metà farsesca.
Ad ogni assalto il suo profeta, lì fu Trump, qui Sgarbi
A dare di fatto il via all’assalto a Capitol Hill fu il sei di gennaio Donald Trump, terminò il suo comizio in piazza indicando a gesti e parole in bersaglio. A Montecitorio comizio di Vittorio Sgarbi e frase fatidica contro “il governo di pazzi”. Non paese che vai profeta che trovi ma a ciascuno la misura e lo spessore del profeta che gli spetta.