Ci prova il sottosegretario Gianni Letta a calmare le acque nel Pdl per il caso Carfagna. Se la questione rifiuti campani continua a montare insieme all’argomento tanto caro alla ministra delle Pari Opportunità, i termovalorizzatori, Letta decide di telefonare all’agguerrita Mara per provare a risolvere qualcosa.
Il Corriere della Sera scrive di “un lungo colloquio in cui si è parlato del «problema politico» posto dalla Carfagna con la sua minaccia di dimissioni, relativa proprio a quel decreto. E, in modo più ampio, della sua reale possibilità di far valere in Campania il peso politico acquisito dalla Carfagna”.
Se Alessandra Mussolini ieri, lunedì 22 novembre, ha rilanciato: se Mara si scusa per averla chiamata “vajassa” non voterà la fiducia. Quindi il problema che sembrava personale e con il ruolo di Italo Bocchino di mezzo adesso si sposta su un piano più difficile.
Il Pdl deve fare i conti con Nicola Cosentino, scelto dal premier, ma che per la Carfagna va ridimensionato. Per ora la Carfagna si accontenta del riconoscimento esplicito dal coordinatore pdl Ignazio La Russa e dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, in due interviste al Corriere.
Ma ad altri non è andata giù la mossa del capo delle Pari opportunità. Il ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani spiega: “Non mi piace quando si fanno oscure minacce che non si capisce dove possano andare a colpire». Daniela Santanché lamenta un «grave danno mediatico”.
Non resta che aspettare cosa farà Berlusconi.