L’emergenza torna a Napoli e dintorni sul problema rifiuti e contemporaneamente scoppia il “caso Carfagna”. Le due cose sarebbero correlate, come ricostruisce Conchita Sannino su Repubblica. In Campania si rompe l’equilibrio nel Pdl: Mara Carfagna sarebbe esasperata per la lotta con Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia condannato nel gennaio 2010 per concorso esterno in associazione camorristica e attuale coordinatore del partito in Campania.
La “faida” Carfagna-Cosentino vede schierato con il ministro per le Pari Opportunità il deputato finiano Italo Bocchino, campano anche lui. Dall’altra parte c’è Cosentino e con lui il presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro e quello della provincia di Salerno Edmondo Cirielli. Alle regionali 2010 vinse l’alleanza Carfagna-Bocchino: a presidente della Regione venne infatti candidato Stefano Caldoro, che poi vinse la competizione. Ma ora arriva quello che viene considerato uno “sgarbo” per il duo Carfagna-Bocchino: il Consiglio dei ministri ha appena servito una rivincita a Cosentino, estendendo alle Province (leggi quindi Cesaro e Cirielli) quel potere decisionale sugli inceneritori inizialmente destinato al solo governatore Caldoro.
Per capire per cosa lotta Cosentino, secondo Sannino di Repubblica, bisogna andare indietro fino a quando l’ex sottosegretario veniva chiamato “Nic ‘o Mericano”. “Nicola l’americano come lo chiamavano a Casal di Principe, grande imprenditore e uomo d’affari.
È accaduto ad esempio nella vicenda Ottogas, società inizialmente sorta nel casertano, poi allargatasi in una società mista che gestisce ormai le forniture di gas in tutti i comuni dell’area a nord di Napoli. Amministratore della Ottogas è stato per lungo tempo Pasquale De Gennaro, già sindaco di Frattamaggiore e vero «braccio elettorale » della famiglia Cesaro.
Ecco perché la guerra tra Nicola e Mara corre lungo diversi assi portanti. Il consolidamento di un sistema di potere messo in crisi dalla crociata per la legalità dei finiani. La roccaforte del consenso tra i Palazzi che Cosentino rivendica di avere strappato alla sinistra, comepalmares che ha già pesato nel suo rapporto personale con Berlusconi. E il coacervo di interessi e di business curati dagli amici degli amici. La resa dei conti, forse, è solo all’inizio. Ormai è chiaro che, se dovesse esplodere compiutamente, investirà anche i fragili equilibri romani”.